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Il 2 giugno torna la Biciclettata Adriatica. Due iniziative nelle Marche e in Abruzzo per promuovere la Ciclovia Adriatica.

La prima manifestazione, che coinvolge il tratto marchigiano-abruzzese, quest’anno alla tredicesima edizione, è nata nel 2011 per sensibilizzare cittadini e istituzioni sulla necessità di una mobilità più sostenibile e per il completamento del tratto Marchigiano-Abruzzese della Ciclovia Adriatica. Previste partenze da nord (San Benedetto del Tronto) e da sud (Francavilla al Mare), con tappe in tutti i Comuni attraversati e arrivo a Roseto degli Abruzzi.

Il secondo evento, tutto marchigiano, vedrà confluire a Senigaglia i pedalatori provenienti da Ancona e da Jesi, a nord, e da Pesaro, a sud.

Riparte la Biciclettata Adriatica, manifestazione nata quattordici anni fa da un gruppo di appassionati della mobilità ciclistica per portare all’attenzione delle istituzioni le tematiche relative alla mobilità ciclistica che, nel tempo, ha coinvolto sempre nuovi territori e numerose associazioni.

Negli anni, anche grazie alle centinaia di partecipanti e al costante lavoro portato avanti, in ambito nazionale e locale, dalle associazioni aderenti, tra le quali la FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta – e il WWF, molto è stato fatto per il completamento dell’infrastruttura ciclabile costiera abruzzese ed è di questi giorni la notizia dell’appalto del ponte ciclopedonale sul fiume Tronto, che unirà finalmente i percorsi ciclabili di Marche e Abruzzo.

L’EVENTO ABRUZZESE

Il primo evento vede due partenze, una in territorio marchigiano, nel comune di San Benedetto del Tronto, dove i pedalatori arriveranno in Abruzzo attraversando la strada stradale 16, si spera per l’ultimo anno, visto l’annuncio della prossima realizzazione del ponte ciclopedonale sul fiume Tronto, e una a Francavilla al Mare, nel chietino. L’arrivo è previsto a Roseto degli Abruzzi, dopo aver attraversato un percorso ciclabile quasi del tutto completato, grazie al progetto Bike to Coast della Regione Abruzzo.

Resta, però – dichiara il presidente FIAB Teramo Gianni Di Francesco – ancora molto da fare, in quanto la ciclovia Adriatica, nel tratto Abruzzese, presenta ancora diverse interruzioni e criticità, e non risulta percorribile da tutti gli utenti in bici o su i pattini, in quanto spesso ha un fondo inadatto o dimensioni inadeguate. Manca, inoltre, a livello regionale, una chiara strategia sulla mobilità ciclistica.”.

Un appuntamento importante, quindi, quello del 2 giugno, per tenere alta l’attenzione sul tema, tant’è che quest’anno, in Abruzzo, oltre alle associazioni che, tradizionalmente, collaborano all’organizzazione, anche l’UNITEL – Unione Nazionale Tecnici Enti Locali è tra i promotori.

Come tecnici dei Comuni e delle Province abbiamo a cuore la mobilità ciclistica – dichiara Raffaele Di Marcello, presidente regionale Abruzzo dell’UNITEL – straordinario strumento di pianificazione dello spazio pubblico. La bicipattinata è l’occasione per porre all’attenzione di colleghi e amministratori degli Enti Locali la necessità di ripensare le nostre città nel segno dell’accessibilità universale, dando spazio alle persone prima ancora che alle infrastrutture”.

Infrastrutture, quindi, e servizi, per ciclisti e utilizzatori di mezzi per la micromobilità, come i pattinatori, che anche quest’anno arriveranno numerosi da tutta Italia, grazie alla collaborazione di Pescara Pattini che ha inserito l’evento, insieme ad un’altro gemello che si terrà sulla Costa dei Trabocchi il primo giugno, nel circuito del PPUG – Pattiniamo l’Italia, inserendola nel calendario ufficiale del raccordo di utilizzatori di piste pattinabili distribuito in tutta Italia sia in versione cartacea che digitale. Per questo, da qualche anno, l’evento prende il nome di BICIPATTINATA ADRIATICA.

Ma la mobilità ciclistica è anche rispetto dell’ambiente, come ricorda Dante Caserta, del WWF Italia “tredici edizioni di una manifestazione come la Biciclettata Adriatica, organizzata da soli volontari, è un grande risultato. E il successo che ha raccolto in tutti questi anni è la prova che c’è una richiesta, da parte di tanti, di rafforzare la mobilità sostenibile, non solo per finalità turistiche, ma anche per contrastare l’inquinamento atmosferico e le emissioni di gas climalteranti. Andando a lavoro o a scuola con la bicicletta possiamo contribuire concretamente a combattere il cambiamento climatico. Oltre a fare un po’ di sana attività sportiva all’aria aperta!”.

L’appuntamento è, quindi, per il 2 giugno prossimo, in sella alla bici o con i pattini ai piedi; ognuno potrà percorrere tutto il tragitto o un tratto più breve, per poi incontrarsi tutti a Roseto, dove ci sarà animazione e ristoro. Il ritorno potrà avvenire a bordo dei tanti treni regionali, molti dei quali attrezzati per il trasporto gratuito delle biciclette.

La locandina dell’evento marchigiano/abruzzese

L’appuntamento è, quindi, per il 2 giugno prossimo, in sella alla bici o con i pattini ai piedi; ognuno potrà percorrere tutto il tragitto o un tratto più breve, per poi incontrarsi tutti a Roseto, dove ci sarà animazione e ristoro. Il ritorno potrà avvenire a bordo dei tanti treni regionali, molti dei quali attrezzati per il trasporto gratuito delle biciclette.

L’EVENTO MARCHIGIANO

Anche le FIAB marchigiane quest’anno propongono la Biciclettata, con la stessa formula sperimentata da oltre un decennio in Abruzzo. I punti di partenza sono tre, due da nord (Ancona e Jesi) ed uno da sud (Pesaro) con arrivo a Senigaglia.

Anche qui la formula è quella della “passeggiata” in bicicletta, sotto forma di manifestazione per la promozione della mobilità ciclistica e per sensibilizzare le amministrazioni locali sulla necessità di completare le infrastrutture ciclabili del territorio e, in particolare, la Ciclovia Adriatica nel tratto marchigiano. Infatti, a differenza della limitrofa Abruzzo, la Regione Marche sembra aver “dimenticato” il progetto di completamento dell’infrastruttura ciclabile costiera, che, seppur finanziata nell’ambito del sistema nazionale delle Ciclovie Turistiche, da qualche tempo ha rallentato il passo.

La Biciclettata Adriatica sarà quindi l’occasione per ricordare l’importanza delle infrastrutture ciclabili che, per un giorno, uniranno idelmente due regioni, Marche e Abruzzo, in attesa del collegamento fisico che, si spera, verrà completato a breve.

La locandina dell’evento marchigiano

Ciclovie turistiche nazionali. Nuova intesa sul Decreto. Chiesto il prolungamento della Ciclovia Adriatica fino a Santa Maria di Leuca

di Raffaele Di Marcello

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale n.74 del 7 marzo 2018 che si è espressa sul bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019, è stato riportato all’ordine del giorno della Conferenza Unificata il Decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti recante “Progettazione e realizzazione di un sistema nazionale di ciclovie turistiche”.

Le Regioni hanno espresso l’intesa sull’ultima stesura del provvedimento ma hanno anche consegnato alcune raccomandazioni tra cui:

il prolungamento della Ciclovia Adriatica fino a Santa Maria di Leuca, così come previsto nell’Allegato Infrastrutture 2017 e che venga fissata come terminale nord della stessa la città di Venezia;
che venga previsto, a seguito della modifica del percorso della Ciclovia Adriatica, il possibile incremento delle risorse destinate all’elaborazione del Progetto di Fattibilità Tecnico ed Economica in ragione del prolungamento del percorso della stessa;
– che nel nuovo Allegato Infrastruttura sia precisato il percorso della Ciclovia della Sardegna, attualmente indicato con Sassari-Sassari, con l’effettivo “Cagliari – Bosa – Portotorres – Alghero – Santa Teresa – Dorgali – Illorai – Quartu S. Elena”;
– che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti istituisca con urgenza il tavolo tecnico volto all’attuazione di quanto previsto dalla legge 11 gennaio 2018, n. 2;
– che il predetto tavolo sancisca, tra l’altro, il valore, ai fini dello sviluppo della Rete Nazionale delle Ciclovie Turistiche, delle Ciclovie “trasversali”.

Via libera, quindi, al riparto dei quasi 162 milioni per realizzare le dieci ciclovie di interesse nazionale, bloccato dalla Corte dei Conti che, nel luglio scorso, lo aveva rispedito al MIT, con la richiesta di specificare la distribuzione delle risorse tra la fase della progettazione e quella dell’esecuzione.

Tale supplemento di istruttoria ha comportato un complessivo slittamento di un anno della scadenza massima per completare il progetto di fattibilità tecnico-economica del 100% di ciascun tracciato indicando, contestualmente, “almeno un lotto funzionale immediatamente realizzabile per ciascuna regione della singola ciclovia”. Il nuovo termine è, quindi, il 31 dicembre 2020.

Le risorse previste per il sistema delle ciclovie è di oltre oltre 361 milioni di euro tra il 2016 e il 2024, di cui 161,8 milioni nelle annualità 2016-2019, il cui riparto, per ciascuna ciclovia, è oggetto dello schema di DM approvato l’8 novembre 2018. Per quanto riguarda le annualità, la suddivisione comporta 4,78 milioni sul 2016; 50 milioni sul 2017; 67 milioni sul 2018; 40 milioni sul 2019. Il resto del piano prevede 40 milioni per ciascun anno tra il 2020 e il 2024, che saranno ripartiti da un successivo decreto, tenendo conto anche di cofinanziamenti regionali.

Attualmente, però, sono stati erogati solo 4,78 milioni per le quattro amministrazioni capofila che stanno progettando le ciclovie Grab, VenTo, Sole e Acquedotto Pugliese.

Il decreto corretto, a breve disponibile, contiene lo schema di un accordo di programma che ciascuna regione capofila del progetto (e il comune di Roma per il Grab) dovrà sottoscrivere, aggiornando eventualmente il protocollo già firmato in precedenza, entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto stesso.

Entro il 31 dicembre 2020 (con uno slittamento di un anno rispetto alla precedente scadenza) le regioni capofila dovranno completare il progetto di fattibilità tecnico-economica della rete, applicando i requisiti di pianificazione e standard tecnici indicati in un apposito allegato allo stesso schema di decreto.