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Regione Marche. Rete Ciclistica Regionale: stanziati 46,3 milioni di euro per collegare entroterra e costa.

di Raffaele Di Marcello

Uno sviluppo “a pettine” che collega le aree interne con la fascia costiera. È lo schema della Rete ciclabile regionale per lo sviluppo della mobilità ciclistica marchigiana, analogo a quello abruzzese (per il quale, però, i finanziamenti previsti con il Masterplan Abruzzo, sono stati dirottati verso altere opere). È stato illustrato, venerdi 21 settembre, in conferenza stampa, dal presidente Luca Ceriscioli e dalla vicepresidente Anna Casini, in occasione della Settimana europea della mobilità sostenibile. Prevede un investimento di 46,3 milioni di euro che consentirà la realizzazione di ulteriori 247 km di ciclabile, per un totale di 432 km di percorsi disponibili: più del doppio di quelli già esistenti (162 km).
Si tratta di un bel salto di qualità. Fa delle Marche una regione importante che sa coniugare un paesaggio straordinario a una mobilità dolce che si lega perfettamente alla bellezza del territorio”, ha commentato il presidente Luca Ceriscioli. “Nelle Marche si parte con un piano veramente ambizioso e, inoltre, siamo capofila nella realizzazione della Ciclovia adriatica: nella pianificazione nazionale, rappresenta una infrastruttura con pari dignità rispetto a quelle viarie tradizionali. Unisce Trieste a Santa Maria di Leuca, in Puglia, con uno sviluppo di 1.300 Km e il coinvolgimento di sette regioni adriatiche. Per i collegamenti a pettine verso l’interno, la Regione sarà a fianco dei Comuni sia nella progettazione che nella realizzazione. Inoltre i Rup (Responsabili unici del procedimento) saranno dipendenti regionali”, ha ribadito la vicepresidente Anna Casini.
Quello avviato dalle Marche, ha proseguito Ceriscioli, “è un progetto complessivo, di rete, molto ampio, che segna un cambiamento profondo di strategia e di sviluppo: non si tratta più di realizzare un tratto che collega due punti mappali, ma una vera e propria rete che va a unire gran parte del territorio. Raddoppiamo i tracciati esistenti con un progetto ulteriormente implementabile fino alla completa realizzazione dei percorsi. Costruiamo un’opportunità importante per il turismo, collegando le bellezze delle aree interne all’attrattività della costa. Sono piste che ci parlano d’ambiente, senza impattare sulla sostenibilità”. È anche un “modo democratico – ha concluso il presidente – di convivere con la bicicletta, perché permette alle persone di tutte l’età di utilizzarla. I 432 km di percorsi presto disponibili coprono la stessa distanza che c’è tra Ancona e Milano o con Bari o Napoli. Distanze, all’interno delle Marche, da percorrere con la velocità della bici, ideale per gustare le bellezze del territorio”.
Il progetto di ciclovia delle Marche, ha evidenziato Anna Casini, “si sposa bene con l’obiettivo regionale di puntare sulla qualità, sia se si parla di agricoltura o paesaggio, che dei centri storici e di mobilità. Il sistema Marche si sta delineando secondo le direttrici che l’amministrazione regionale ha progettato nel suo programma di governo”. Il sistema delle ciclovie marchigiane prevede la realizzazione di una rete di infrastrutture ciclabili, interconnesse tra loro e con il sistema di trasporto pubblico locale, ferroviario e automobilistico. Una rete integrata con parcheggi dedicati, nodi di scambio intermodali, velostazioni, bike officine, punti di informazione cicloturistica e ristoro. L’obiettivo è contribuire a ridurre l’inquinamento, a rilanciare le città, a promuovere una migliore fruizione del territorio dal punto di vista ambientale, paesaggistico e culturale.
Le principali direttrici di sviluppo coinvolgono la litoranea (individuata come Ciclovia adriatica, nell’ambito del progetto nazionale delle ciclovie turistiche) e le dodici vallate regionali attraversate dai fiumi: Foglia, Matauro, Cesano, Misa, Esino, Musone, Potenza, Chienti, Tenna, Ete Vivo, Aso, Tronto. La Regione dispone già di 46,3 milioni (oltre 17 milioni europei del Por Fesr e più di 29 nazionali del Fondo di sviluppo e coesione) che assicureranno la realizzazione di 247 km di ciclabili. Al tratto marchigiano della “Adriatica” sono destinati altri 4,4 milioni di fondi ministeriali. Si sommano ai 6 milioni Por Fesr stanziati dalla Regione con un recente bando che consente di realizzare 58 km di tracciato, coinvolgendo 21 comuni raggruppati in sei progetti.
Nel maggio 2017 la Regione Marche ha aderito al protocollo di intesa con FIAB (esteso alle sette Regioni interessate) per la realizzazione della Ciclovia Adriatica (Itinerario n. 6 di BicItalia). Con questo progetto la Regione amplia la rete di ciclovie interessando tutto il territorio regionale.

Poca attività fisica=salute a rischio. La soluzione: spostarsi a piedi o in bicicletta

Un quarto degli adulti non fa attività fisica, mettendo mettendo a rischio la salute. Italia maglia nera. Soluzioni: andare a piedi o in bicicletta.

di Raffaele Di Marcello

Oltre un quarto della popolazione adulta mondiale – circa 1,4 miliardi di persone – fa troppo poco esercizio fisico, mettendosi a più alto rischio di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, demenza e tumori. Lo afferma uno studio condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblicato sulla rivista The Lancet Global Health.

Lo studio dell’OMS ha coinvolto 1,9 milioni di partecipanti provenienti da 168 paesi. Dai risultati dell’indagine è emerso che 1,4 miliardi di adulti non fa abbastanza attività fisica. Secondo i livelli raccomandati dall’Organizzazione, infatti, un uomo adulto dovrebbe svolgere ogni settimana almeno 150 minuti di attività ad intensità moderata o 75 minuti ad intensità più vigorosa. Tra i 20 paesi “più pigri” si trova l’Italia, diciannovesima nella classifica della sedentarietà, con il 41% degli adulti che non svolge attività fisica a sufficienza. Il nostro Paese sarebbe, inoltre, caratterizzato da un’ampia forbice tra i due sessi: il 36,2% dei maschi non si muove abbastanza contro il 46,2% delle donne.

E per attività fisica non si intende solo quella sportiva, ma anche gli spostamenti quotidiani, per recarsi a lavoro o a scuola e per compiere le incombenze di tutti i giorni. Sempre più persone, purtroppo, usano il mezzo meccanico anche per brevi spostamenti e così aumentano le malattie legate alla sedentarietà.

L’OMS esorta, quindi, i Governi a prendere atto di questi cambiamenti e a mettere in atto infrastrutture che promuovano il camminare e l’andare in bicicletta, sia per gli spostamenti quotidiani, che per lo sport e le attività ricreative attive.

Una raccomandazione che FIAB fa sua da sempre, promuovendo il Bike to Work e Bike to School e l’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano, anche attraverso la rete di ComuniCiclabili. Ora lo ribadisce anche una fonte autorevole come l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Riusciranno i Governi mondiali, compreso quello italiano, a mettere in atto politiche adeguate?

“Mobilità ciclistica, quali azioni – esperienze dei Comuni Ciclabili”: 28 settembre a Verona la formazione per tecnici ed esperti

Parlare di mobilità ciclistica, con gli amministratori che ci stanno investendo risorse e impegno e con gli esperti del settore. Fiab e ComuniCiclabili, in collaborazione con l’Università di Verona e l’Ordine degli Ingegneri di Verona, organizzano per venerdì 28 settembre al Palazzo del Municipio del comune veneto l’incontro dal titolo “Mobilità ciclistica, quali interventi – esperienze dei Comuni Ciclabili”, un’intera giornata di formazione dedicata a sindaci, assessori, ma anche architetti, ingegneri ed esperti della mobilità ciclistica che vogliono approfondire le questioni legate non soltanto alla mobilità urbana, ma anche al cicloturismo, alla governance e alla promozione. Le iscrizioni all’evento (per il quale è previsto il riconoscimento di crediti formativi) e il programma definitivo della giornata saranno disponibili a breve sul nostro sito.

Dall’esperienza di Comuni Ciclabili, quasi 70 città in giro per il paese che hanno richiesto questa valutazione ufficiale della Fiab sulla ciclabilità, prende spunto l’incontro del 28 settembre a Verona dove prenderanno la parola esperti della Fiab come Marco Passigato, progettista e Coordinatore didattico del corso “Esperto Promotore Mobilità Ciclistica” dell’Università di Verona; durante la giornata sono previsti anche gli interventi di rappresentanti della politica locale e regionale.

Chiunque volesse partecipare può iscriversi a entrambi i moduli (mattina e pomeriggio) o sceglierne uno solo. Il seminario si rivolge anche ai 99 Esperti Promotori di Mobilità Ciclistica diplomatisi all’Università di Verona dopo aver partecipato al già citato corso curato dalla Fiab e dall’Università di Verona (guardate i risultati). L’occasione dell’evento “Mobilità ciclistica, quali interventi – esperienze dei Comuni Ciclabili” intende dunque offrire a queste nuove e importanti figure professionali una possibilità di incontro e confronto con i tanti amministratori ed esperti attesi il 28 settembre.

Tornando all’evento del 28 settembre, patrocinato dal Comune di Verona,chiunque volesse parteciparepuò iscriversi a questa pagina registrandosi a entrambi i moduli (mattina e pomeriggio) o sceglierne uno solo. Il seminario si rivolge anche ai 99 Esperti Promotori di Mobilità Ciclistica diplomatisi all’Università di Verona dopo aver partecipato al già citato corso curato dalla Fiab e dall’Università di Verona (guardate i risultati). L’occasione dell’evento “Mobilità ciclistica, quali interventi – esperienze dei Comuni Ciclabili” intende dunque offrire a queste nuove e importanti figure professionali una possibilità di incontro e confronto con i tanti amministratori ed esperti attesi il 28 settembre.

Nel corso dell’evento ci sarà spazio anche per presentare l’esperienza e i numeri di ComuniCiclabili, il riconoscimento Fiab sulla ciclabilità di un comune basato su dati oggettivi. Ne parlerà Valeria Lorenzelli, responsabile di un progetto bike friendly lungimirante che il vicepresidente di Fiab e di ECF Alessandro Tursi vorrebbe espandere anche in Europa.

Programma (suscettibile di variazioni)

mattino: “Le azioni per la mobilità ciclistica”
pomeriggio: “Esperienze dei ComuniCiclabili”
MODULO MATTINO
“Le azioni per la mobilità ciclistica”
Sala Consiliare Municipio di Verona – 60 posti
(Per crediti ingegneri ed architetti iscrizione dedicata – 3 crediti)
Nell’incontro verranno illustrate le molteplici azioni per la mobilità ciclistica che possono essere da spunto per migliorare i
Comuni Ciclabili
Programma
Conduce i lavori Marco Passigato – Esperto FIAB, progettista, docente e Coordinatore didattico Corso “Esperto Promotore
Mobilità Ciclistica” dell’Università di Verona
9.45 Registrazioni dei partecipanti
10.00 Saluti introduttivi:
FIAB
Comune di Verona
Università di Verona – Commissione Sostenibilità di Ateneo
Università di Verona (presentazione corso “Esperto Promotore della Mobilità Ciclistica”)
Ordine degli Architetti PPC della provincia di Verona
10.30 POSSIBILI SINERGIE TRA GLI ESPERTI PROMOTORI DELLA MOBILITÀ CICLISTICA ED I COMUNI CHE DESIDERANO
MIGLIORARE LA PROPRIA CICLABILITA’ – Marco Passigato
10.45 IL DECALOGO PER LA MOBILITÀ CICLISTICA PER LE CITTÀ – QUALI AZIONI – Francesco Seneci – Esperto FIAB,
progettista, docente al Corso “Esperto Promotore Mobilità Ciclistica”
11.00 SPAZI URBANI ACCOGLIENTI PER LA MOBILITÀ IN BICI – SIMULAZIONI – QUALI AZIONI – Matteo Dondè –
progettista, docente al Corso “Esperto Promotore Mobilità Ciclistica” dell’Università di Verona
11.15 PUMS, BICICLETTE E MODAL SPLIT – QUALI AZIONI – Francesco Avesani – progettista, docente al Corso “Esperto
Promotore Mobilità Ciclistica” dell’Università di Verona
11.30 IL DECALOGO PER LA MOBILITÀ CICLISTICA PER LE REGIONI – QUALI AZIONI – Marco Passigato
11.45 EUROVELO, BICITALIA E LE CICLOVIE NAZIONALI – QUALI AZIONI – Valerio Montieri – Esperto FIAB, progettista,
Comitato scientifico Bicitalia
12.00 COMUNICAZIONE EMOZIONALE PER LA MOBILITÀ CICLISTICA – QUALI AZIONI – Patrik Kofler – Helios spa–
produzione di filmati, grafica e gestione grandi eventi per promuovere la bicicletta
12.15 SITUAZIONE E PROSPETTIVE PER LA REGIONE VENETO E IL TAVOLO REGIONALE PER LA MOBILITÀ CICLISTICA –
Elisa De Berti – Assessore ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti della Regione Veneto
12.30 Intervento del Comune di Verona
12.45 Dibattito e termine del modulo del mattino
Commissione Sostenibilità di Ateneo
Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento
Corso di perfezionamento e aggiornamento professionale per una
nuova figura professionale Esperto Promotore Mobilità Ciclistica
Per contatti: marco.passigato@univr.it marco.passigato@fiab-onlus.it cell 348.2332.981

MODULO POMERIDIAMO
“Esperienze dei ComuniCiclabili”
Sala Arazzi Municipio di Verona – 40 posti
(Per crediti ingegneri ed architetti iscrizione dedicata – 2 crediti)
Programma
Conduce i lavori Valeria Lorenzelli, Progetto ComuniCiclabili Fiab
Saluti di Università di Verona e Comune di Verona
14.30 COMUNICICLABILI DI FIAB, UNA STRATEGIA PER FAR CRESCERE LA CICLABILITÀ NEI TERRITORI – Valeria
Lorenzelli, Progetto ComuniCiclabili Fiab
14.50 BRESCIA, UN COMUNE CHE VA OLTRE LE 1000 MIGLIA – Stefano Sbardella – Responsabile del Settore Mobilità,
Eliminazione Barriere Architettoniche e Trasporto Pubblico del Comune di Brescia – Comune di Brescia
15.10 PARMA – Tiziana Benassi – Assessore alle Politiche di sostenibilità ambientale – Comune di Parma
15.30 RIMINI COMUNE CICLABILE: PIANIFICARE PER PERSONE E LUOGHI MIGLIORANDO LA QUALITÀ DELLA VITA E DELLA CITTÀ – Giorgia Mancinelli – Ingegnere dei Sistemi Edilizi e Urbani, Esperto Promotore della Mobilità
Ciclistica
15.50 SAN DONÀ DI PIAVE: “MUOVIAMOCI IN LIBERTÀ” – Lorena Marin – Assessore alla mobilità e Daniele Pasian –
Tecnico – Comune di San Donà di Piave
16.10 Intervento del Comune di Verona
16.20 Dibattito e termine del modulo pomeridiano 16.30 circa

16-30 / 17.00 MOMENTO DI ACCOGLIENZA ARRIVO CICLISTI BICISTAFFETTA AIDA DI FIAB DA VAL DI SUSA E DA TRIESTE
Sala Arazzi Municipio di Verona
DETTAGLI DA DEFINIRE

A URBANPROMO Green si parla di ciclovie.

Urban Promo, l’evento culturale di riferimento sul grande tema della rigenerazione urbana, intesa come processo di strategie, politiche, azioni, finalizzate alla realizzazione di uno sviluppo urbano sostenibile, oranizzato da INU e URBIT, si colora di verde nella sua edizione veneziana, il 20 e 21 settembre prossimo, presso palazzo Badoer.

La seconda edizione di Urbanpromo Green 2018 si caratterizza per una ulteriore specializzazione e approfondimento dei temi e per una organizzazione sempre più attenta agli interessi scientifici e tecnici di una platea ampia e variegata di fruitori. La struttura della manifestazione si articola in quattro principali macro-temi dai quali scaturiscono gli argomenti approfonditi nei singoli convegni e seminari.

Nel macro tema “Città Sicure e Sostenibili” spicca il laboratorio su “Ciclovie nazionali, locali e territori. Confronto e prospettive tra leggi regionali, piani programmi e progetti”, che vedrà una serie di tavoli tematici, coordinati anche da FIAB e ComuniCiclabili, primo appuntamento frutto dell’accordo di collaborazione tra ComuniCiclabili FIAB e INU-Istituto Nazionale di Urbanistica.

L’appuntamento è, quindi, il 20 e 21 settembre prossimi, a Venezia, presso Palazzo Badoer, aula ex Biblioteca, per confrontarsi tra esperienze regionali e nazionali, nuove norme e progetti innovativi.

Qui il programma.

Approvato in Conferenza Unificata lo schema di decreto sulle Ciclovie Turistiche Nazionali

di Raffaele Di Marcello

Ė stata discusso, in Conferenza Unificata, il 12 luglio scorso, lo schema di decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti recante “Progettazione e realizzazione di un sistema nazionale di ciclovie turistiche”.

In sede di Conferenza il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli, per tramite del sottosegretario Michele Dell’Orco, ha confermato lo stanziamento complessivo di 361,78 milioni di euro, somma

Il provvedimento, una volta pubblicato in Gazzetta Ufficale, ripartirà i finanziamenti relativi alle annualità dal 2016 al 2019 per i progetti di fattibilità tecnica ed economica e per le successive fasi di progettazione delle 10 ciclovie turistiche previste dal sistema nazionale:
1. Venezia-Torino (Ven-To);
2. del Sole;
3. dell’Acquedotto Pugliese;
4. Grande Raccordo Anulare delle Biciclette (GRAB) di Roma;
5. della Sardegna;
6. della Magna Grecia;l
7. del Garda;
8. Adriatica;
9. Tirrenica;
10. Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia (TriLiVe).

Il sistema nazionale delle ciclovie turistiche è stato istituito dalla Legge di Stabilità 2016; nel luglio 2016 sono stati firmati i Protocolli d’intesa, relativi alla progettazione e realizzazione delle prime tre ciclovie (Venezia-Torino, del Sole e dell’Acquedotto Pugliese); a settembre 2016 è stata avviato l’iter del Grande Raccordo Anulare delle Biciclette (GRAB) di Roma e ad agosto del 2017 sono stati firmati i Protocolli d’intesa delle ciclovie della Sardegna, della Magna Grecia e del Garda. Sono in corso di definizione le procedure per la Ciclovia Adriatica, la Ciclovia Tirrenica e la TriLiVe.

Il DM contiene lo schema di accordo di programma che le Regioni capofila di ciascun progetto dovranno sottoscrivere entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto, aggiornando eventualmente il protocollo già siglato. In allegato al DM ci sono anche i requisiti di pianificazione e gli standard tecnici di progettazione (già contenuti in un direttiva ministeriale del 2017) per la realizzazione del sistema nazionale delle ciclovie turistiche: le Regioni capofila dovranno seguirli per completare il progetto di fattibilità tecnico-economica della Ciclovia, entro il 31 dicembre 2019.

Per i primi quattro protocolli (Vento, Ciclovia del Sole, Acquedotto Pugliese), per la Sardegna e il Garda sono stati istituiti anche i “tavoli tecnici” presso il MIT (con il supporto tecnico della FIAB), incaricati di esaminare i progetti di fattibilità tecnica ed economica che, una volta approvati, rendono possibile la concessione dei contributi economici per la progettazione definitiva. Allo stato attuale è stato esaminato,ma non ancora approvato, solo il progetto di fattibilità tecnico economica relativo al GRAB, mentre si è svolta la prima riunione relativa al tavolo tecnico della Sardegna dedicata alla pianificazione generale della ciclovia sarda e alla presentazione dei primi progetti per lotti funzionali.

Per le ciclovie Adriatica, Tirrenica, Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia (TriLiVe) non si registrano particolari attività in assenza dei protocolli di intesa fra le regioni e i ministeri interessati.
Positiva, quindi, la notizia della conferma degli stanziamenti ma la realizzazione del Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche, sistema che ricalca, in buona parte, la rete BicItalia di FIAB e che dovrebbe avere, oltre ad una valenza turistica, anche una fondamentale utilità a livello trasportistico, contribuendo al collegamento tra territori in alternativa al mezzo motorizzato. Meno positivo l’allungamento dei tempi, che per i progetti di fattibilità tecnico-economica slitteranno alla fine del 2019.
Vedremo, nei prossimi mesi, come evolverà la situazione.

 

“L’auto elettrica e la necessità della città”: la posizione Fiab

Non inquinano, o meglio, dovrebbero inquinare molto meno rispetto alle colleghe. Sono le auto elettriche, il nuovo obiettivo “sostenibile” che alcuni marchi intendono produrre sostituendo i veicoli più inquinanti alla luce non soltanto dello scandalo Dieselgate, ma anche di città che soltanto d’inverno “scoprono” lo smog e si giocano la carta delle targhe alterne o della chiusura del traffico. In questo panorama Fiab vuole esporsi con un documento ufficiale sull’e-car dal titolo “L’auto elettrica e le necessità della città”, dove si sostiene, ad esempio, che non si incentivi l’acquisto di un’auto elettrica magari aprendo le porte a tutte le ztl perché “tanto non inquinano”.

L’articolo completo sul sito FIAB.

Centri storici che riaprono alle auto: le critiche di Fiab alla “sperimentazione” di Udine

A Udine passi indietro sulla mobilità urbana, dopo che la nuova giunta ha approvato una sperimentazione per riaprire il centro storico alle automobili, aggiungendo anche nuovi parcheggi. Dal primo agosto infatti si spegneranno quelle telecamere che da pochi mesi vigilavano sugli ingressi lungo alcune vie e sanzionavano gli automobilisti senza permesso. Per sei mesi non ci saranno così limiti di circolazione nelle vie centrali del comune friulano come da subito ha denunciato la sezione della Fiab locale.

L’articolo completo sul sito FIAB.

Gli architetti (ri)scoprono la mobilità ciclistica

di Raffaele Di Marcello

Nella tre giorni del VIII Congresso Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, tenutasi a Roma, nella sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica, il termine mobilità ciclistica, unito a quello di spazio comune, sono risuonati più volte. Nulla di strano per chi, come il sottoscritto, da anni coniuga il suo essere architetto e pianificatore, con le tematiche della restituzione dello spazio pubblico ai cittadini, anche attraverso la riscoperta di dimenticate forme di mobilità, uso della bicicletta in testa.

Eppure i tre giorni di congresso hanno espresso qualcosa di rivoluzionario, già intuibile in modo netto nella relazione di apertura del Presidente nazionale, Giuseppe Cappochin, esplicitato in modo superbo nella seguitissima relazione di Gil Penalosa, già Sindaco di Bogotà, ed ora Direttore e Presidente del Consiglio Esecutivo 8-80 Cities, dal titolo “Creating Vibrant and Healthy Cities for All”, e concretizzato dalla presenza sul palco, a fianco del rappresentante degli Ordini degli Architetti PPC del Trentino Alto Adige, di una bicicletta: la bicicletta è uno strumento di riconquista, e sviluppo, dello spazio urbano.

E non lo dice un gruppo di appassionati, quali possono essere i soci della FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta, nè una visionaria pattuglia di architetti che gestisce ComuniCiclabili, la rete FIAB di città che vogliono far crescere la mobilità ciclistica nei loro territori e riconsegnare lo spazio pubblico ai cittadini, consapevole che si tratta di un bene comune; questa volta sono gli oltre 150.000 architetti italiani che ricordano, a gran voce, alle istituzioni in primis, ma anche ai cittadini, alle imprese, alle altre categorie professionali, che le città e i territori del futuro prossimo devono essere a misura di persona.

Scrive l’Arch. Giuseppe Cappochin nella sua relazione introduttiva: “…c’è una sola strada: restituire la città alla città … cioè ritornare alla città, ai suoi principi funzionali basati sulla collocazione delel persone al centro della vita urbana, sulla valorizzazione della comunità come spazio di crescita pesonale e collettiva”, e ancora “comune a tutte le città impegnate in un processo di riconversione ecologica è il ruolo fondamentale assegnato alle politiche della mobilità.

Trasporto pubblico e mobilità dolce risultano infatti fattori essenziali per la riduzione dei consumi energetici, l’accessibilità ai servizi urbani territoriali, la riduzione del rumore e dell’inquinamento, per far sì che strade e piazze riacquistino quella pluralità di funzioni che le caratterizzava in anni passati”.

Per Cappochin “una città è intelligente quando riesce a valorizzare in modo sempre nuovo, diverso e sostenibile le risorse ambientali, culturali e sosprattutto umane che la compongono, quando trova strade per dare diritti e avvicinare gli ultimi ai primi, quando è progettata con e per i bambini, i disabili, gli anziani… Dopo aver trascurato per anni la dimensione umana, adesso, all’inizio del XXI secolo, cresce l’urgenza e la volontà di riportare le persone al centro del progetto di rigenerazione urbana, per le quali il desiderio generale primario è rappresentato dall’obiettivo di vivere in città vitali, sicure, sostenibili e sane.”

Quindi, sottolinea il Presidente degli architetti italiani “Al legislatore spetta il compito di portare al centro del progetto di rigenerazione questi obiettivi, tenendo ben presente che una città che invita le persone a camminare deve, per definizione, avere una struttura ragionevolmente compatta che permetta tragitti pedonali brevi, percorsi piacevoli e una variazione di funzioni sociali e ricreative. Questi elementi aumentano l’attività e la sensazione di sicurezza all’interno e intorno agli spazi urbani”.

Poi, citando l’architetto danese Jan Gehl ““Assistiamo ad un rapido aumento di problemi di salute pubblica perché ampi segmenti della forza lavoro sono sedentari e utilizzano l’auto come unico mezzo di trasporto. Un invito incondizionato a camminare e andare in bicicletta come elemento naturale e inscindibile della vita di tutti i giorni deve essere parte non negoziabile di una coerente politica sanitaria. La bicicletta può diventare il mezzo di trasporto comune per spostarsi in città. E’ più veloce ed economica di altri possibili mezzi, fa bene all’ambiente e alla salute delle persone e conseguentemente dell’economia.”

Concludendo, infine, con una proposta di “piano d’azione” nazionale, dove, tra i numerosi punti, troviamo “il potenziamento del trasporto pubblico, della rete dei percorsi ciclabili e pedonali, di parcheggi di interscambio, dei sistemi formativi per l’utenza del carsharing e dell’utilizzo dei mezzi elettrici, promuovendo l’estensione delle aree urbane pedonalizzate ed ogni altro provvedimento finalizzato a ridurre l’uso dell’auto privata, le diverse forme di inquinamento indotte e a migliorare la vivibilità dell’ambiente urbano”.

Una importante presa di posizione, quindi, che guarda al territorio a 360°, non limitandosi solo alle politiche edilizie, ma puntanto al benessere urbano, riportanto al centro il cittadino e le sue esigenze, puntualizzando come le politiche della mobilità non possano essere distinte da quelle urbanistiche ed edilizie e che lo spazio pubblico va riconsegnato ai suoi naturali fruitori: le persone.

Quanto delle tematiche che FIAB affronta, e promuove, da anni, si ritrovano in queste parole? Da socio della Federazione Amici della Bicicletta, e ricercatore nelle tematiche della mobilità urbana sostenibile, posso affermare che quelle che solo qualche anno fa, almeno in Italia, sembravano idee bizzarre, appannaggio di qualche tecnico sognatore, ora fanno parte del lessico di quasi ogni progettista. Certo, da lavorare c’è ancora molto, perche dagli enunciati ai progetti, spesso, molto si perde, e, sopratto, perchè i decisori politici sono ancora ancorati a dinamiche e strategie obsolete e non più efficaci (e, purtroppo, non se ne rendono conto). Ma gli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori italiani in questi giorni hanno lanciato un monito alla politica: il cambiamento è in atto, e avverrà con o senza i nostri amministratori; i tecnici sono pronti, la politica si adegui velocemente.

Noi di FIAB, con la rete ComuniCiclabili, questo lo abbiamo capito, e il recente protocollo di intesa con l’Istituto Italiano di Urbanistica ne è una prova; chissà che, a breve, non si riesca a lavorare anche con il Consiglio Nazionale degli Architetti.

Montesilvano, comune della rete ComuniCiclabili, istituisce la delega assessorile allo Spazio Pubblico Bene Comune

Il Comune di Montesilvano è il primo in Italia ad aver istituito ed assegnato la delega allo Spazio Pubblico Bene Comune. Nello specifico è Ernesto De Vincentiis, già assessore alla mobilità sostenibile, che si occuperà dei temi legati alla nuova delega.

La figura dell’assessore allo Spazio Pubblico Bene Comune è uno dei nuovi parametri – non obbligatori ma fortemente consigliati – per l’adesione alla rete ComuniCiclabili FIAB.

«Abbiamo risposto – spiega il sindaco Francesco Maragno – alla sollecitazione che è giunta dalla FIAB a tutti i Comuni italiani. A seguito dell’ingresso nell’esecutivo del nuovo assessore Annalisa Fumo, e della ridistribuzione delle deleghe, ne ho voluto introdurre una nuova, proseguendo così nel percorso avviato dalla nostra Amministrazione e che nel 2018 ci ha permesso di ottenere la Bandiera Gialla, il riconoscimento assegnato ai comuni ciclabili dalla Fiab». La Federazione Italiana Amici della Bicicletta Onlus nella riapertura delle candidature alla seconda edizione del riconoscimento alle amministrazioni Bike Friendly, ha infatti aggiunto un nuovo requisito, ossia la presenza dell’assessore con delega allo Spazio Pubblico Bene Comune, perché, spiega Alessandro Tursi vicepresidente FIAB e responsabile del progetto “lo spazio urbano è il bene comune per eccellenza delle nostre città e la bicicletta è l’unica vera soluzione per recuperarlo, tutelarlo e valorizzarlo”. «Assumo questa delega – sottolinea l’assessore De Vincentiis – con il giusto slancio, convinto della grandissima importanza che la ciclabilità di una città assume per la qualità della vita dei cittadini stessi. Nel nostro primo anno abbiamo ottenuto due Bike Smile, come punteggio apposto sulla Bandiera Gialla. L’obiettivo è diventare sempre più ciclabili e attenti agli spazi urbani. I progetti che abbiamo portato avanti dal nostro insediamento ad oggi sono molteplici: dal completamento della Bike To Coast, il tracciato ciclopedonale lungo la riviera, alla realizzazione della nuova pista nel Parco intitolato a Giovanni e Francesca Falcone. Stiamo lavorando per arricchire ulteriormente i percorsi ciclopedonali, collegando la pista del lungomare e quella lungo la Strada Parco, oltre che nella zona del PP1, dove intendiamo tracciare un percorso ciclabile, di collegamento negli assi di viabilità già esistenti. Vogliamo realizzare una pista ciclopedonale anche all’interno della riserva di Santa Filomena, per arrivare a vivere questa oasi verde nel cuore del contesto urbano di cui possiamo vantarci. Siamo stati il primo comune in Abruzzo ad offrire ai residenti e non solo, “Bici Sicura”, un sistema di punzonatura gratuito, per marchiare e rendere identificabili le biciclette. Ogni estate creiamo una grande isola pedonale su tutta la riviera, che quest’anno – conclude De Vincentiis – sarà ancora più lunga grazie alla riqualificazione di via Maresca».

Mobilità ciclistica e pianificazione urbanistica vanno di pari passo: l’accordo tra Inu e Comuni Ciclabili

E’ stato siglato in questi giorni l’accordo di collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Urbanistica (www.inu.it) e COMUNI CICLABILI (www.comuniciclabli.it), il progetto promosso da FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta che, per il 2018, ha già assegnato la bandiera gialla della ciclabilità italiana a 69 amministrazioni locali.

La sinergia tra le due organizzazioni nasce da un’ineludibile e importante relazione che lega i temi della mobilità in bicicletta a quelli dell’urbanistica e della pianificazione territoriale.

Obiettivo della partnership è condividere, in primis, dati, metodi, informazioni e indicatori utili a studiare e monitorare al meglio la mobilità ciclistica nel nostro Paese (e il suo potenziale sviluppo), con particolare riferimento alle politiche di pianificazione territoriale nelle aree e negli spazi urbani.

Nel programma di collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Urbanistica e FIAB Comuni Ciclabili risulta di comune interesse, dunque, esaminare le migliori pratiche nazionali ed estere per lo sviluppo della mobilità ciclistica e promuovere parallelamente ricerche e indagini tematiche congiunte, i cui risultati verranno messi a disposizione delle amministrazioni pubbliche e non solo.

Saranno le premesse fondamentali per impostare un lavoro coordinato e dare vita a un piano di iniziative concrete volte a supportare lo sviluppo della mobilità ciclistica all’interno di un’adeguata pianificazione urbanistica nei territori italiani nel rispetto delle diverse caratteristiche morfologiche, strutturali e sociali.

La prima iniziativa condivisa tra INU e FIAB Comuni Ciclabili sarà l’evento su “Ciclovie nazionali, locali e territori”, all’interno di Urbanpromo Green, la manifestazione di riferimento sulla sostenibilità organizzata dall’INU assieme a Urbit, che il 20 settembre prossimo a Venezia prevede un laboratorio di confronti e prospettive tra le esperienze in atto nel Paese, tra le quali gli esempi dei Comuni Ciclabili, con differenze di approcci, politiche, scelte progettuali e modelli gestionali.

La neonata collaborazione con l’Istituto Nazionale di Urbanistica è un prezioso supporto al nostro progetto Comuni Ciclabili, che aprirà le iscrizioni per la sua seconda edizione proprio tra pochi giorni – dichiara Alessandro Tursi, vicepresidente FIAB e da poco anche vicepresidente di ECF-EuropeanCyclists’ Federation – Il riconoscimento di ‘Comune Ciclabile’ mira a valutare e valorizzare gli sforzi delle amministrazioni italiane attive in politiche bike-friendly, incentivando i territori a fare sempre meglio nel futuro per agevolare la scelta quotidiana della bicicletta come mezzo di trasporto per ogni necessità di spostamento”.

La valutazione dei Comuni viene fatta sulla base di dati omogenei e confrontabili, con numerosi indicatori che spaziano dalle infrastrutture alla governance, dal livello di motorizzazione alla comunicazione, utili ad attribuire un punteggio tra 1 e 5 bike-smile, che viene poi indicato sulla bandiera gialla di Comune Ciclabile. “Quello che concretamente sta nascendo in Italia grazie a questa iniziativa – sottolinea Tursi – è una vera e propria rete nazionale di amministrazioni locali che, di fatto, hanno la possibilità di condividere e scambiarsi idee ed esperienze sul tema della mobilità ciclistica, anche in campo urbanistico e infrastrutturale”.

Per Luigi Pingitore, Segretario generale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, “l’accordo di collaborazione tra INU e FIAB è nel solco di quanto l’Istituto sta sostenendo a favore di un nuovo modello di convivenza urbana, nel quale l’urbanistica ritorni a essere campo d’azione utile e autorevole; un modello – rimarca Pingitore – in cui l’accessibilità e, particolarmente, la ciclabilità dei territori ne siano componenti imprescindibilil”.

Per info: www.inu.it – www.comuniciclabili.it – www.fiab-onlus.it

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