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15 febbraio la scadenza per le adesioni a ComuniCiclabili per il 2019

Novità e sviluppi per la rete ComuniCiclabili di FIAB
Mentre il Governo pensa a una marcia indietro sull’accesso di veicoli elettrici e ibridi nelle zone pedonali e a traffico limitato, la rete ComuniCiclabili di FIAB continua a crescere.
Aumentano le città che vogliono adottare misure per restituire lo spazio pubblico ai cittadini.
Aperte fino al 15 febbraio le candidature per i comuni interessati a ricevere la bandiera gialla della ciclabilità italiana nel 2019, con la possibilità di un confronto con altre città europee.
Gennaio 2019
Mentre continua il dibattito su un articolo contenuto nella “Legge di Stabilità” (Legge 145/2018) che, al comma 103, prevede l’accesso libero ai veicoli a propulsione elettrica o ibrida nelle zone pedonali e a traffico limitato, sempre più città al contrario credono nel valore dello spazio pubblico
da liberare e restituire alle persone: infatti continua a crescere la rete ComuniCiclabili di FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta, nata per raggruppare le città che vogliono sperimentare e mettere in atto buone pratiche per la disciplina dello spazio pubblico, rendendolo pienamente accessibile a tutti i cittadini e favorendo forme di mobilità alternativa a quella automobilistica.
Sono già 82 in tutta Italia i comuni che hanno ottenuto le valutazioni del loro livello di ciclabilità e che possono ora sventolare la bandiera gialla, diventata ormai simbolo di ComuniCiclabili, dove appare il punteggio loro attribuito che va da 1 (il mimino) a 5 (il massimo) bike smile.
Per iscriversi all’edizione 2019 di ComuniCiclabili c’è tempo fino al 15 febbraio: le amministrazioni interessate ad entrare in questo circuito virtuoso possono sottoscrivere la propria candidatura direttamente sul sito web www.comuniciclabili.it.,  registrandosi ed accedendo all’area riservata.
Oltre a riconoscere e valutare l’impegno delle realtà attive in politiche bike-friendly, ComuniCiclabili offrirà a breve ai membri interessati la possibilità di aderire anche alla rete europea “Cities & Regions for Cyclists“, aggiungendo così un ulteriore elemento qualitativo alla rete di amministrazioni pubbliche che vogliono condividere e implementare le azioni per città a misura di cittadino con un confronto su un piano sempre più innovativo e internazionale.
Inoltre, nel corso dell’anno, ai ComuniCiclabili viene messa a disposizione la qualificata offerta formativa della Scuola ComuniCiclabili, la rivista BC – l’unica che in Italia tratta di ciclismo urbano e di ciclo-escursionismo – e un aggiornamento costante sulle novità e curiosità sul mondo delle due ruote e della mobilità urbana sostenibile.
Il grande successo che l’iniziativa ComuniCiclabili ha avuto nel nostro Paese a solo un anno e mezzo dal suo lancio conferma il vero obiettivo dell’intero progetto, ovvero la volontà di FIAB di essere al fianco dei sindaci per incoraggiare e sostenere scelte concrete per i loro territori a favore del bene comune”, dichiara Alessandro Tursi, vicepresidente di FIAB e di ECF (European Cyclists’ Federation di cui FIAB è membro per l’Italia) e responsabile del progetto Comuni Ciclabili, che aggiunge: “FIAB supporta un numero crescente di amministrazioni di ogni colore politico per rendere i Comuni italiani sempre più a misura di pedone e di bicicletta, con beneficio per tutti, automobilisti compresi

Si concretizza il Sistema Nazionale delle Ciclovie turistiche. Approvato il Decreto per la progettazione e la realizzazione

di Raffaele Di Marcello

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale, n. 18 – serie generale – del 22/01/2019, il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, relativo alla “Progettazione e realizzazione di un sistema nazionale di ciclovie turistiche”.

L’atteso provvedimento conferma le risorse già stanziate dall’art. 1, comma 640, della Legge 28 dicembre 2015 n. 208, pari a 361.780.679,60 euro, e stablisce le modalità di individuazione e di realizzazione degli intervent, interventi che saranno gestiti dalla Regioni e dalle Province autonome interessate, a seguito di specifici protocolli di intesa tra le stesse ed il Ministero.

Per la ripartizione delle risorse il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti attende l’invio da parte delle Regioni degli studi di fattibilità, finanziati con circa 5 milioni di euro nel maggio 2017, che dovrà avvenire entro il 31 dicembre di quest’anno.

Le ciclovie interessate sono:

  • dell’Acquedotto pugliese (da Caposele (AV) a Santa Maria di Leuca (LE);
  • del Vento (Venezia-Torino);
  • del Sole (Verona-Firenze);
  • Adriatica (Da Chioggia (VE) a Santa Maria di Leuca (LE)), originariamente prevista fino al Gargano e poi prolungata su richiesta della Conferenza delle Regioni;
  • Tirrenica (Da Ventimiglia (IM) a Roma (RM));
  • della Sardegna(Cagliari – Bosa – Portotorres – Alghero – Santa Teresa – Dorgali – Illorai – Quartu S. Elena);
  • della Magna Grecia (Da Lagonegro (PZ) a Pachino (SR));
  • Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia (Da Trieste a Venezia);
  • del Garda (Da Peschiera del Garda (VR) a Peschiera del Garda (VR));
  • Grab di Roma, il Grande raccordo ciclabile.

Il Decreto contiene anche, all’allegato 4, i requisiti di pianificazione e gli standard tecnici di progettazione delle Ciclovie.

I requisiti che devono essere posseduti dalle Ciclovie sono stati distinti in “requisiti di pianificazione”, che ricomprendono gli elementi territoriali, naturali e/o antropici, che costituiscono il quadro di riferimento propedeutico alla progettazione, e “standard tecnici di progettazione”, a loro volta suddivisi in ulteriori sotto-requisiti definiti con tre livelli: minimo, buono ed ottimo.

Previsto anche il modello della segnaletica di indicazione e informazione, che viene uniformata per tutte le Ciclovie e, si spera, che verrà adottata anche per i percorsi ciclabili non appartenenti al Sistema delle Ciclovie Nazionali (magari inserendolo nel Codice della Strada e nel relativo regolamento).

Non resta che aspettare l’avvio dei lavori per vedere, finalmente, iniziata quella che FIAB aveva già individutato come rete ciclistica nazionale BicItalia, che doterebbe il nostro Paese di una infrastruttura fondamentale per il turismo e per la mobilità sostenibile.

Il 2019 è l’anno del “turismo lento”; e la bicicletta dovrà essere la protagonista.

di Raffaele Di Marcello

Se il 2016 è stato l’Anno nazionale dei cammini, il 2017 dei borghi e il 2018 del cibo italiano, il 2019 è l’anno del turismo lento. Lo annunciava, il 4 novembre 2017, l’allora ministro Franceschini, sul sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che all’epoca si occupava anche di Turismo, in occasione della presentazione dell’Atlante digitale dei cammini, il portale del Mibact dedicato a chi vuole viaggiare in Italia a passo lento.

“Il 2019 Anno del turismo lento sarà un ulteriore modo – aggiungeva il ministro Franceschini – per valorizzare i territori italiani meno conosciuti dal turismo internazionale e rilanciarli in chiave sostenibile favorendo esperienze di viaggio innovative, dai treni storici a alta panoramicità, agli itinerari culturali, ai cammini, alle ciclovie, ai viaggi a cavallo. Investire sul turismo sostenibile – concludeva Franceschini – è una strategia di sviluppo che ha come fine la tutela e la riproposizione innovativa di luoghi, memorie, conoscenze e artigianalità che fanno del nostro Paese un luogo unico: un circuito di bellezza straordinariamente diffuso lungo tutto il suo territorio fisico, e lungo un arco di secoli di civiltà. Una strategia fondamentale per governare la crescita dei flussi turistici che ci attendiamo per i prossimi anni”.

Il 2019 è arrivato, ed ora di Turismo si occupa il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali che assume anche la denominazione “e del Turismo”, in virtù della Legge n. 97 del 09/08/2018, che ha trasferito le relative competenze dal Ministero per i Beni e le attività Culturali, ma, per ora, sul sito ufficiale del Mipaaft non si trova nulla in merito. Attendiamo novità, ricordando che l’utilizzo della bicicletta, insieme all’andare a piedi, è elemento fondamentale del turismo lento, turismo dove, per lentezza, non si intende solo la velocità di spostamento ma anche, e soprattutto, il tempo di godimento dell’esperienza turistica, tesa a privilegiare la conoscenza dei luoghi, della loro storia, dei loro abitanti, degli usi e dei costumi, delle tradizioni, del cibo… insomma un turismo fatto di esperienze, che rimangono, e che portano il viaggiatore a ritornare, sentendosi non ospite ma parte attiva del territorio che visita.

Negli anni passati, per sviluppare il turismo in bicicletta, molto è stato fatto, ma non basta. L’inizio della costituzione della “Rete Nazionale delle Ciclovie Turistiche”, sulla base della rete ciclistica nazionale BicItalia, ideata da FIAB; l’approvazione della Legge 11 gennaio 2018, n. 2, contenente “Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica”, che ha fatto seguito a numerose leggi regionali in materia; il finanziamento di molti tratti di percorsi ciclabili. Ma è solo un inizio, che deve portare l’Italia a dotarsi di una estesa rete di percorsi ciclabili, sia a fini turistici che di mobilità giornaliera, valorizzando territori, paesaggi, aree protette e luoghi di storia e di cultura, utilizzando anche quell’immenso patrimonio costituito dalla fitta rete di percorsi rurali, a bassissimo traffico veicolare, già esistente, che potrebbe essere reso immediatamente fruibile per il turismo lento anche solo adottando apposita segnaletica e facendo attenzione alla manutenzione del fondo stradale.

In sintesi ci aspetta un 2019 ricco di aspettattive. La FIAB è pronta, e la rete ComuniCiclabili potrà essere uno degli strumenti per la promozione di questa tipologia di turismo; aspettiamo che, come per ogni viaggio, le istituzioni facciano il primo passo (o diano il primo colpo di pedale).

Legge di stabilità 2019. Briciole alla mobilità ciclistica e le aree pedonali diventeranno… carrabili.

di Raffaele Di Marcello

La cosidetta “Legge di Stabilità (Legge 145/2018) contiene poche novità per la mobilità ciclistica. A fronte dei cospicui incentivi per le stazioni di ricarica per auto elettriche e per l’acquisto di queste ultime (art. 1, comma 1039 e comma 1057), per la realizzazione di “autostrade ciclabili” (sarebbe stato meglio definirle ciclovie) vengono destinati 2 milioni di euro (che, in pratica, fanno circa 70 km di nuova infrastruttura), senza, peraltro, collegare il finanziamento a interventi programmati quale il Sistema delle Ciclovie Turistiche Nazionali.

Ma, pochezza di fondi a parte, a preoccupare di più è l’art. 1, comma 103, della legge che, testrualmente, recita “all’articolo 7 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, dopo il comma 9 e inserito il seguente: 9-bis. Nel delimitare le zone di cui al comma 9 i comuni consentono, in ogni caso, l’accesso libero a tali zone ai veicoli a propulsione elettrica o ibrida“.

In pratica, in base alla nuova norma, le auto ad alimentazione elettrica o ibrida (ad alimentazione a benzina o gasolio con motore ausiliario elettrico), potranno accedere, liberamente, nelle aree pedonali o nelle zone a traffico limitato o nelle aree di rilevanza urbanistica, vanificando, così, il senso stesso di tali aree. Quello che è sfuggito al legislatore, infatti, è che il “problema” del traffico veicolare è si quello ambientale dovuto alle emissioni, ma è anche, e in ambito urbano soprattutto, quello dell’occupazione dello spazio urbano.

Le aree pedonali, o con traffico limitato, o considerate di rilevanza urbanistica, sono istituite, come recita il comma 9 dell’art. 7 del codice della strada, “tenendo conto degli effetti del traffico sulla sicurezza della circolazione, sulla salute, sull’ordine pubblico, sul patrimonio ambientale e culturale e sul territorio“. Far entrare, liberamente, autovetture, seppure ad alimentazione elettrica, in spazi prima liberi dall’ingombro di auto, furgoni e simili, vanificherebbe il senso stesso della limitazione, facendo un passo indietro di decine di anni, quando le auto occupavano le piazze, gli slarghi, le vie, di centri storici e aree urbane di pregio.

E se, qualche anno fa, si sarebbe potuto obiettare sugli effetti della norma, evidenziando la rarità delle auto elettriche, o ibride, in circolazione, oggi, incentivandone l’acquisto, potremmo, a breve, vedere le piazze delle nostre città storiche, di nuovo occupate da centinaia di vetture, ecologicamente impeccabili (più o meno) ma ugualmente ingombranti, e pericolose, come le auto alimentate a benzina o a diesel.

Che dire? Che sia stata una grossolana svista o la volontà di incentivare ulteriormente l’acquisto di veicoli elettrici è il caso di correre immediatamente ai ripari e cambiare la norma. E magari ricordarsi che, nelle aree pedonali, le biciclette (i velocipedi, come definiti dal Codice della Strada) possono circolare da sempre, e converrebbe incentivare l’acquisto di questi, magari a pedalata assistita, magari invogliando a trasformare la logistica di prossimità (la consegna delle merci nell’ultimo miglio) da motorizzata a ciclistica, con l’uso di cargo bike, come accade in diversi Paesi europei. Ricordandosi che nelle aree pedonali il commercio prospera, gli immobili valgono di più, i cittadini sono più felici e le città riconquistano il loro ruolo sociale.

E ricordiamo anche il documento proposto da FIAB ai candidati delle ultime elezioni politiche, relativo alla “dieta del traffico“, che molti hanno condiviso ma pochi, evidentemente, compreso. Rileggerlo potrà essere utile.

Auguri di serene festività

Il team di ComuniCiclabili FIAB vi augura serene festività e vi ricorda che c’è tempo fino al 31 gennaio 2019 per aderire alla rete per il prossimo anno.

Tutte le informazioni su https://www.comuniciclabili.it/info/regolamento/

In copertina foto di davideoneclick

 

Il 2017 è stato l’anno della mobilità attiva. In Italia il 76% vorrebbe più investimenti sulla bici

Tratto dal sito www.fiab-onlus.it

L’Italia resta il Paese dove nel 2017 circolavano 64 automobili ogni 100 abitanti come ha rilevato il 15esimo rapporto ISFORT sulla mobilità. Qualcosa però sembra cambiare nelle strade e nella predisposizione delle persone a nuovi modelli di trasporto alternativi alle quattro ruote. L’anno della mobilità attiva è stato proprio il 2017 secondo la ricerca dell’Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti: la quota dei tragitti a piedi, in bici e sui mezzi pubblici è salita dal 27,6% al 37,9%. Dato positivo anche per la Federazione Italiana Amici della Bicicletta che in Italia e in Europa – con il vicepresidente di ECF Alessandro Tursi – sostiene soluzioni come la “Dieta del traffico” basata sulla valorizzazione degli spostamenti meno inquinanti e più rispettosi dello spazio pubblico.

 

Dal 15esimo rapporto ISFORT emergono poi altre cifre interessanti sulla mobilità attiva e sulla sua componente ciclistica. Per la prima volta, infatti, i movimenti su due ruote hanno scollinato il 5% (5,2%) degli spostamenti totali e tra gli intervistati che rispondevano sì alla domanda se quelle proposte dall’Istituto fossero mezzi di trasporto alternativi all’auto da incentivare, il 76% ha individuato la bicicletta e l’85% il trasporto pubblico. Come ha spiegato la presidente Fiab Giulietta Pagliaccio, l’Italia in bicicletta ha fatto diversi miglioramenti: il bike sharing, ad esempio, è un servizio cittadino che il 61% degli intervistati del rapporto ISFORT vorrebbe potenziato con investimenti.

 

Il proverbiale bicchiere resta però mezzo vuoto se si guardano i numeri del parco auto italiano. Nel 2017 il “garage nazionale” contava 38,5 milioni di veicoli che inquinano e ingombrano le nostre città. Da qui la provocazione Fiab: far pagare in base a quanto si inquina e a quanto spazio si occupa. «È compito della politica far sì che la voglia di bicicletta si traduca in più ciclisti sulle strade e sulle ciclabili». Quanto detto dalla Presidente Fiab permette di commentare un altro dato del 15esimo rapporto ISFORT, ovvero quello sulla disponibilità degli intervistati a cambiare mezzo di trasporto. Se nel 2015 chi si dichiarava propenso a pedalare di più era il 28,9%, lo scorso anno questo desiderio bike friendly veniva espresso dal 38,8% degli intervistati. Recenti dati suggeriscono che anche un’Italia più ciclabile potrebbe favorire lo sviluppo economico dei commercianti e dei centri storici. Intanto però il Governo sembra puntare poco sulla mobilità attiva, mentre in Europa questo concetto è stato ormai accolto dalla politica.

Ciclovie turistiche nazionali. Nuova intesa sul Decreto. Chiesto il prolungamento della Ciclovia Adriatica fino a Santa Maria di Leuca

di Raffaele Di Marcello

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale n.74 del 7 marzo 2018 che si è espressa sul bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019, è stato riportato all’ordine del giorno della Conferenza Unificata il Decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti recante “Progettazione e realizzazione di un sistema nazionale di ciclovie turistiche”.

Le Regioni hanno espresso l’intesa sull’ultima stesura del provvedimento ma hanno anche consegnato alcune raccomandazioni tra cui:

il prolungamento della Ciclovia Adriatica fino a Santa Maria di Leuca, così come previsto nell’Allegato Infrastrutture 2017 e che venga fissata come terminale nord della stessa la città di Venezia;
che venga previsto, a seguito della modifica del percorso della Ciclovia Adriatica, il possibile incremento delle risorse destinate all’elaborazione del Progetto di Fattibilità Tecnico ed Economica in ragione del prolungamento del percorso della stessa;
– che nel nuovo Allegato Infrastruttura sia precisato il percorso della Ciclovia della Sardegna, attualmente indicato con Sassari-Sassari, con l’effettivo “Cagliari – Bosa – Portotorres – Alghero – Santa Teresa – Dorgali – Illorai – Quartu S. Elena”;
– che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti istituisca con urgenza il tavolo tecnico volto all’attuazione di quanto previsto dalla legge 11 gennaio 2018, n. 2;
– che il predetto tavolo sancisca, tra l’altro, il valore, ai fini dello sviluppo della Rete Nazionale delle Ciclovie Turistiche, delle Ciclovie “trasversali”.

Via libera, quindi, al riparto dei quasi 162 milioni per realizzare le dieci ciclovie di interesse nazionale, bloccato dalla Corte dei Conti che, nel luglio scorso, lo aveva rispedito al MIT, con la richiesta di specificare la distribuzione delle risorse tra la fase della progettazione e quella dell’esecuzione.

Tale supplemento di istruttoria ha comportato un complessivo slittamento di un anno della scadenza massima per completare il progetto di fattibilità tecnico-economica del 100% di ciascun tracciato indicando, contestualmente, “almeno un lotto funzionale immediatamente realizzabile per ciascuna regione della singola ciclovia”. Il nuovo termine è, quindi, il 31 dicembre 2020.

Le risorse previste per il sistema delle ciclovie è di oltre oltre 361 milioni di euro tra il 2016 e il 2024, di cui 161,8 milioni nelle annualità 2016-2019, il cui riparto, per ciascuna ciclovia, è oggetto dello schema di DM approvato l’8 novembre 2018. Per quanto riguarda le annualità, la suddivisione comporta 4,78 milioni sul 2016; 50 milioni sul 2017; 67 milioni sul 2018; 40 milioni sul 2019. Il resto del piano prevede 40 milioni per ciascun anno tra il 2020 e il 2024, che saranno ripartiti da un successivo decreto, tenendo conto anche di cofinanziamenti regionali.

Attualmente, però, sono stati erogati solo 4,78 milioni per le quattro amministrazioni capofila che stanno progettando le ciclovie Grab, VenTo, Sole e Acquedotto Pugliese.

Il decreto corretto, a breve disponibile, contiene lo schema di un accordo di programma che ciascuna regione capofila del progetto (e il comune di Roma per il Grab) dovrà sottoscrivere, aggiornando eventualmente il protocollo già firmato in precedenza, entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto stesso.

Entro il 31 dicembre 2020 (con uno slittamento di un anno rispetto alla precedente scadenza) le regioni capofila dovranno completare il progetto di fattibilità tecnico-economica della rete, applicando i requisiti di pianificazione e standard tecnici indicati in un apposito allegato allo stesso schema di decreto.

Salgono a 82 i Comuni nella rete dei ComuniCiclabili FIAB

Con una cerimonia ufficiale alla Triennale di Milano, nel corso della manifestazione “Urbanpromo Progetti per il Paese”, la FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta- ha consegnato i riconoscimenti ai nuovi ComuniCiclabili 2019 che si aggiungono alle 69 città della precedente edizione.

Modena
, Padova, Piacenza, Alba Adriatica (TE), Carpi (MO), Lignano Sabbiadoro (UD), Maranello (MO), Martinsicuro (TE), Misano Adriatico (RN), San Donato Milanese (MI), San Giovanni Lupatoto (VR), Serrone (FR) e Turriaco (GO) con il loro ingresso portano la rete dei ComuniCiclabili italiani a raggiungere quota 82.L’iniziativa FIAB-ComuniCiclabili intende riconoscere e valutare l’impegno delle realtà attive in politiche bike-friendly e in interventi concreti per lo sviluppo di una mobilità in bicicletta, l’unica davvero sostenibile per le persone, le città e l’ambiente. Il progetto si prefigge, parallelamente, di sostenere e accompagnare i singoli territori a fare sempre meglio per agevolare la scelta della bicicletta come mezzo di trasporto in ogni ambito, dagli spostamenti quotidiani di bike-to-work e bike-to-school al tempo libero, fino alle vacanze sulle due ruote.

L’attestazione di ComuneCiclabile è accompagnata da un punteggio (da 1 a 5 bike-smile) assegnato in base a diversi parametri di valutazione all’interno di 4 aree di intervento: mobilità urbana, cicloturismo, governance, comunicazione e promozione.

Giunta alla seconda edizione, siamo orgogliosi di affermare come l’iniziativa ComuniCiclabili sia in grado di mettere in moto le amministrazioni locali. Abbiamo riscontrato, infatti, l’interesse da parte di molte realtà che hanno sottoposto la loro candidatura anche per avere il riconoscimento minimo e ottenere la bandiera con 1 bike-smile – spiega Alessandro Tursi, vicepresidente FIAB e vicepresidente ECF (European Cyclists’ Federatione), responsabile del progetto che aggiunge: – Altrettanto lodevole è l’impegno di alcune realtà già nelle rete dallo scorso anno, in particolare Ferrara che, pur avendo già ottenuto il riconoscimento nella fascia più alta, ha comunque operato per migliorarsi con ulteriori interventi, dall’ampliamento della rete ciclabile urbana, all’incremento delle zone 30, fino alla promozione di eventi di comunicazione e sensibilizzazione sul territorio. C’è poi chi migliora il proprio punteggio, come Pineto, che passa da 3 a 4 bike-smile”.

I 13 nuovi ComuniCiclabili 2019 sono solo un primo gruppo, che avendo presentato la candidatura in tempi rapidi, ricevono il riconoscimento oggi in anteprima. Le candidature per l’edizione 2019 di ComuniCiclabili sono aperte fino a fine gennaio su www.comuniciclabili.it. Dopo le operazioni di verifica, i nuovi comuni che risulteranno ammissibili riceveranno l’attestato e la bandiera gialla della ciclabilità italiana nella Primavera 2019.
Tra le particolarità delle new entry nella rete italiana dei ComuniCiclabili si fa notare Maranello, capitale dell’auto di lusso che, pur ruotando intorno all’azienda automobilistica più prestigiosa al mondo, è stata capace di intraprendere negli ultimi tempi politiche a favore della mobilità ciclistica. In Lombardia, invece, crescono i ComuniCiclabili della città metropolitana di Milano: dopo Cinisello Balsamo, Segrate, Cassina de’ Pecchi e Cernusco sul Naviglio, ecco oggi San Donato Milanese insignito del riconoscimento.

Con ingresso di Lignano Sabbiadoro, Alba Adriatica, Misano Adriatico e Martinsicuro, inoltre, la costiera adriatica arriva ora a contare una ventina di ComuniCiclabili, da Grado in Friuli Venezia Giulia a Pescara in Abruzzo. Anche il Lazio, infine, grazie a Serrone (FR), entra finalmente nel circuito ComuniCiclabili.
Il prossimo passo è la dimensione EUROPEA del progetto – spiega Giulietta Pagliaccio, presidente FIAB – ComuniCiclabili d’ora in avanti sarà in sinergia con il network europeo Cities & Regions for Cyclists, per portare le città italiane a confrontarsi e collaborare con quelle europee, dove il livello è molto più alto. Sarà uno stimolo e soprattutto un’opportunità in più offerta alle amministrazioni più volenterose, al di là del riconoscimento internazionale del valore e dell’autorevolezza dato a ComuniCiclabili”.

La cerimonia di consegna degli attestati di ComuneCiclabile è avvenuta al termine del convegno “Ciclovie nazionali, locali e territori” (https://urbanpromo.it/2018/eventi/ciclovie-nazionali-locali-e-territori/) promosso all’interno della XV edizione di Urbanpromo, “Progetti per il Paese”, che prosegue fino al 23 novembre. Urbanpromo, manifestazione nazionale di riferimento sulla rigenerazione urbana, è organizzato da Urbit e da INU-Istituto Nazionale di Urbanistica, con cui FIAB-ComuniCiclabili ha siglato un accordo di collaborazione basato sulla relazione che lega i temi della mobilità in bicicletta a quelli dell’urbanistica e della pianificazione territoriale.

Sulle bandiere distribuite dalla presidente di FIAB, Giulietta Pagliaccio l’indicazione del punteggio, da 1 a 5 bike-smile, assegnato ad ognuno dei 13 nuovi ComuniCiclabili:
Modena – 4 bike-smile
Padova – 4 bike-smile
Piacenza – 4 bike-smile
Alba Adriatica (TE) – 2 bike-smile
Carpi (MO) – 3 bike-smile
Lignano Sabbiadoro (UD) – 3 bike-smile
Maranello (MO) – 3 bike-smile
Martinsicuro (TE) – 2 bike-smile
Misano Adriatico (RN) – 3 bike-smile
San Donato Milanese (MI) – 2 bike-smile
San Giovanni Lupatoto (VR) – 3 bike-smile
Serrone (FR) – 2 bike-smile
Turriaco (GO) – 3 bike-smile

Scuola ComuniCiclabili: appuntamento il 23 novembre a Cortona (AR)

Continuano gli appuntamenti della “Scuola di ComuniCiclabili”, dedicata ai Comuni aderenti alla rete, ai soci FIAB, ai tecnici degli Enti Locali e ai Promotori della mobilità ciclistica formati dall’Università di Verona.

TOSCANA IN BICI, 23 novembre ore 15

Per info e prenotazioni: https://cortona.eventbrite.it

Scenario del prossimo appuntamento sarà il Centro Convegni Sant’Agostino di Cortona (AR), dove verranno illustrate le esperienze di alcuni Comuni della rete.

Programma:

15.30 -Introduzione al seminario Alessandro Tursi vice-presidente FIAB ed ECF

15.45 -Nadia Bellomo, Resp. Progetti strategici CITTA’ METROPOLITANA FIRENZE: “Autostrada” Ciclabile Firenze Prato, primo caso in Italia di infrastruttura ad alto scorrimento ciclabile.

16.15 -Luca Agresti, Vicesindaco e Assessore al Turismo Comune di GROSSETO: iniziative in materia di cicloturismo in attuazione e in previsione.

16.30 -Elena Nappi, Vicesindaco e Assessore Ambiente e LL.PP Comune di CASTIGLIONE DELLA PESCAIA: progetti europei e la relazione tra tracciati turistici e accessibilità nel tessuto urbano e moderazione del traffico.

16:45 -Mirjam Giorgieri, Assessore Mobilità e Ambiente Comune di FOLLONICA: la dimensione cicloturistica.

17.00 -Dibattito e confronto

Per informazioni: saskia.wahlberg@fiab-onlus.it

Milano. Il 21 novembre alla Triennale si parla di ComuniCiclabili.

Il 21 novembre, alla Triennale di Milano, il presidente della FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), Giulietta Pagliaccio, interverrà al convegno “Ciclovie nazionali, locali e territori”, promosso all’interno della XV edizione di Urbanpromo “Progetti per il Paese”. Una iniziativa organizzata da Inu-Istituto Nazionale di Urbanistica, con cui ComuniCiclabili ha siglato un accordo di collaborazione basato sulla relazione che lega i temi della mobilità in bicicletta a quelli dell’urbanistica e della pianificazione territoriale.

Intanto è stata prolungata fino a fine mese la scadenza per le amministrazioni locali che intendono candidarsi alla seconda edizione di ComuniCiclabili, il progetto di Fiab che, ad oggi, ha già assegnato la bandiera gialla della ciclabilità italiana a 69 comuni (con un punteggio d 1 a 5 bike-smile), riconoscendo e valutando l’impegno di ciascuno per lo sviluppo della mobilità in bicicletta. A inizio dicembre, concluse le operazioni di esame e verifica delle domande e dei requisiti, Fiab consegnerà le bandiere gialle della ciclabilità 2019 al primo gruppo di nuovi ComuniCiclabili.

“Va sottolineato ancora una volta – ha commentato in una nota Alessandro Tursi, vicepresidente Fiab e responsabile del progetto – come ComuniCiclabili nasce per accompagnare le amministrazioni in un percorso virtuoso che, dopo la valutazione del grado di ciclabilità, stimola a fare rete e, attraverso momenti di confronto e formazione, a condividere best practice in tema di mobilità ciclistica”. In questa direzione si inserisce anche il prossimo seminario di formazione della Scuola dei ComuniCiclabili, previsto per venerdì 23 novembre a Cortona (Arezzo).

Il programma completo qui