Disponibili online le nuove linee guida europee per i progetti di mobilità ciclistica.
di Raffaele Di Marcello
La Commissione europea ha pubblicato le linee guida per i progetti relativi alla mobilità ciclistica nel territorio della UE. La guida si propone di aiutare gli tecnici e amministratori delle autorità cittadine per i progetti di ciclabilità e mobilità sostenibile oltre a fornire contenuti accattivanti per gli altri soggetti coinvolti nelle politiche dell’utilizzo della bicicletta e nello sviluppo delle infrastrutture.
La guida indirizza gli utenti verso progetti finanziati dalla Comunità Europea, esempi di buone pratiche e linee guida da tutta Europa. Inoltre, vengono forniti esempi di casi di studio, per evidenziare esempi di successo, sia progettuali che di implementazione di misure per la ciclabilità
La guida riunisce i numerosi esempi e direttive esistenti in tutta l’UE in un’unica pubblicazione coordinata. Ciò aumenta la comodità per gli utenti, consentendo loro di trovare le informazioni che stanno cercando in un unico testo.
La guida riconosce che un approccio indistinto non è applicabile nel caso della ciclabilità, tentando di affrontare l’argomento fornendo una vasta gamma di esempi di misure per il la mobilità ciclistica applicate da un certo numero di città prese come caso studio di riferimento. Inoltre, sono disponibili indicazioni sulla selezione di misure applicabili a specifici contesti cittadini.
La guida affronta una serie di argomenti chiave, tra cui:
Contesto delle politiche per la ciclabilità
In che modo la ciclabilità aiuta ad affrontare le sfide della mobilità
Pianificazione per la ciclabilità nelle città
Progettazione della qualità dell’infrastruttura ciclistica
Azioni per la ciclabilità
Implementazione delle azioni di successo
Valutazioni delle politiche e strumenti di sviluppo
Progetti di ciclabilità finanziati dall’UE
Le linee guida sono supportate da venti casi studio con esempi che variano in base alla posizione, alla dimensione della popolazione e alla quota modale ciclistica delle diverse città prese ad esempio.
Questi casi studio forniscono un’indicazione di come le autorità cittadine hanno superato gli ostacoli all’applicazione delle misure per la ciclabilità, oltre a mettere in luce il successo delle stesse.
Un ottimo strumento per amministratori e tecnici, in attesa che anche l’Italia si doti di una normativa idonea a favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica.
ROSETO DEGLI ABRUZZI COMUNE CICLABILE
La cittadina costiera abruzzese ha ottenuto 2 bike smile nell’edizione 2019.
Il 22 luglio scorso il sindaco Sabatino di Girolamo ha ricevuto dal presidente Fiab, Alessandro Tursi, la bandiera gialla della ciclabilità. Il vessillo è un riconoscimento che la Federazione italiana Ambiente e Bicicletta consegna ai Comuni Ciclabili, ovvero quegli enti che attraverso una serie di parametri e misure hanno fatto in modo da rendere il proprio territorio “a misura di ciclista e di bicicletta”. Roseto si è aggiudicata questo riconoscimento per il secondo anno consecutivo e durante l’incontro sindaco e il presidente Fiab, hanno tracciato una road map per valorizzare le attuali politiche sulla ciclabilità e stimolare una competizione virtuosa con gli altri Comuni.
La strada verso i 5 bike smile, che attestano l’eccellenza nelle politiche e nelle azioni per la ciclabilità, è lunga, ma Roseto si sta impegnando per percorrerla velocemente.
Si apriranno, a breve, le iscrizioni alla terza edizione di ComuniCiclabili FIAB.
Le amministrazioni interessate potranno trovare tutte le informazioni registrandosi sul sito in modo da poter scaricare la guida contenente le procedure e i criteri per entrare nella rete FIAB dei Comuni amici della bicicletta, e dei ciclisti.
Entrare nella rete ComuniCiclabili FIAB è un’ottima occasione per valutare le azioni messe in campo dalla propria amministrazione e migliorare le politiche per rendere la propria città a misura di bicicletta e di pedone.
ComuniCiclabili, oltre alle valutazioni delle singole amministrazioni (visualizzate con l’assegnazione da 1 a 5 bikesmile, con consegna della bandiera gialla e dell’attestato), offre una formazione continua, con la Scuola di ComuniCiclabili, a tecnici ed amministratori, e favorisce lo scambio di buone pratiche tra Comuni.
Siete avvisati! Vi aspettiamo nella comunità dei ComuniCiclabili FIAB.
4 Giugno 2019. Conseguito per il secondo anno il riconoscimento della Bandiera gialla della ciclabilità italiana.
Non poteva che esserci momento migliore e più indicato che quello della Giornata mondiale della bicicletta per consegnare al Comune di Rimini per il secondo anno la Bandiera Gialla della ciclabilità italiana e festeggiare l’evento, con cui Fiab riconosce l’impegno nelle politiche bike-friendly per lo sviluppo di una mobilità in bicicletta, con gli studenti della scuola primaria De Amicis.
Mentre ai genitori è stato richiesto di portare i ragazzi a scuola in bici dotati di caschetto, più di 200 bambini hanno giocato e pedalato sulla strada davanti alla scuola – finalmente sottratta alle auto e restituita alle ‘persone’ grazie all’istituzione di una Zona a Traffico Limitato – e utilizzata anche nel corso dell’iniziativa di educazione alla bicicletta promossa dalla Associazione Onlus Pedalando e Camminando/Fiab Rimini in collaborazione con la scuola e il Comune di Rimini.
“Non posso che ringraziare – ha detto l’assessore alla mobilità Roberta Frisoni – gli amici riminesi della Fiab, che con passione e costanza ci affiancano in tutte le iniziative volte a promuovere l’amore per la bicicletta specie verso i nostri ragazzi, i nostri cittadini di oggi e di domani. Sono state così 17 classi e oltre 400 bambini che hanno pedalato con noi durante l’anno scolastico che si sta concludendo e se questo è potuto avvenire lo si deve allo spirito, alto e civile, di persone appassionate e competenti come Valerio Benelli, che è il presidente dell’associazione, Laura Puppini, Giorgio Vandi, Enzo Finocchiaro, Sandro Luccardi, Giovanni Gamberini. A loro un grazie per tutte le volte che ci sono stati accanto e non ci hanno fatto mancare il proprio appoggio e le proprie idee per migliorarci tutti.”
Con il riconoscimento della Bandiera gialla della ciclabilità italiana conseguito per il secondo anno, Rimini è tra le 117 città italiane della rete ComuniCiclabili, e può vantare 4 bike-smile su 5 in base alla valutazione che avviene su decine di parametri in 4 aree: dalle infrastrutture urbane al cicloturismo, alla governance e comunicazione & promozione. Un riconoscimento che, attraverso criteri oggettivi e misurabili, identifica dunque il livello di ciclabilità di una città e del suo territorio, valorizzando gli sforzi di quelle amministrazioni che coraggiosamente mettono in pratica concrete politiche bike-friendly.
di Raffaele Di Marcello
Già nel 2002 FIAB e WWF, insieme a FederParchi, avevano sottoscritto un accordo, firmato da Fulco Pratesi per il WWF Italia, Luigi Riccardi per la FIAB onlus e Matteo Fusilli per la FEDERPARCHI, dove si conveniva di costituire un gruppo di lavoro nazionale per l’elaborazione, la progettazione e la realizzazione di strategie e strumenti per le azioni da realizzare sul territorio e, in particolare, nelle aree protette.
Da allora, soprattutto a livello locale, FIAB e WWF hanno sempre lavorato nella stessa direzione, unendo le proprie specificità, per la tutela dell’ambiente, ma il raggio di azione, negli ultimi anni, si è notevolmente ampliato, allargandosi, dalla necessaria tutela delle aree protette, alla pianificazione degli ambienti urbani, cogliendo le nuove istanze di una società che, nella corsa verso una, spesso, mal interpretata, esigenza di progresso, sta perdendo valori sociali ed ambientali, peggiorando la qualità della vita dei singoli cittadini e di intere comunità.
E così, grazie anche a un laboratorio di esperienze costituitosi, circa dieci anni fa, in Abruzzo, denominato “Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano”, il 2 giugno 2019, vigilia della giornata mondiale della Bicicletta (istituita lo scorso anno dall’ONU), nel corso della “Biciclettata Adriatica”, a Pineto, il presidente FIAB, Alessandro Tursi, e il vicepresidente WWF, Dante Caserta (non a caso entrambi abruzzesi), hanno sottoscritto un nuovo protocollo di intesa, unendo le forze e le conoscenze reciproche, per condividere informazioni, studi e ricerche; effettare iniziative congiunte a livello nazionale e locale; sviluppare la mobilità ciclistica, e il turismo in bicicletta, all’interno delle are protette, e in particolare nella rete Oasi WWF; collaborare con la rete ComuniCiclabili FIAB e promuovere sinergie tra i Comuni aderenti a questa rete e i comuni dove sono presenti le Oasi WWF.
Un accordo storico, che riconosce l’importanza dell’utilizzo della bicicletta, sia in ambiente urbano che nelle aree protette e/o ambientalmente sensibili, e della necessità della relativa infrastrutturazione nel rispetto delle caratteristiche ambientali e morfologiche dei siti interessati e che vedrà, da oggi, FIAB e WWF collaborare nella condivisione di conoscenza, informazioni, dati, metodi e indicatori, per studiare e monitorare al meglio la mobilità ciclistica e il turismo in bicicletta, con particolare riferimento alle politiche urbane e di pianificazione territoriale e gli impatti con gli ecosistemi.
FIAB e WWF, insieme, in sella, per cambiare le nostre città, lo spazio pubblico e l’ambiente urbano, e per tutelare il territorio.
Nella sezione “Scuola ComuniCiclabili” sono disponibili le presentazioni di Parigi e Lubiana tenute durante il Focus su “Buone pratiche europee” del 12 aprile scorso.
https://www.comuniciclabili.it/scuola-comuniciclabili/
Sono presenti anche pubblicazioni utili su bicibus e piedibus e i quaderni dell’Area Tecnica FIAB
FIAB augura a tutti una buona festa del Primo Maggio. E lo fa ribadendo il diritto di tutti i lavoratori a poter scegliere, tra i mezzi di trasporto, anche quello più efficiente, veloce e intelligente per andare in ufficio, in azienda o in fabbrica. Secondo la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta la bici (e la mobilità attiva in generale) deve diventare anche in Italia una opzione alla portata di tutti negli spostamenti quotidiani, a cominciare da quelli casa-lavoro.
Sono trent’anni che FIAB si batte per questo. La maggior tutela dei pendolari in bicicletta è oggi garantita anche grazie alle battaglie storiche della Federazione: dalle ciclabili via via più diffuse all’intermodalità bici+treno, che in alcune Regioni permette ai ciclisti il trasporto gratuito della due ruote, fino al riconoscimento dell’infortunio in itinere, un diritto oggi finalmente acquisito grazie a FIAB, che è riuscita a far estendere la tutela INAIL anche ai ciclisti in caso di incidenti nel tragitto casa-lavoro.
Ma nella Festa del Primo Maggio vogliamo ricordare anche le criticità con cui ogni giorno ancora in troppi devono confrontarsi. Criticità che rappresentano nel concreto ostacoli alla diffusione della mobilità attiva in Italia: dai molti percorsi ancora poco sicuri, alla mancanza di attrezzature nella gran parte delle azienda, passando per una politica del trasporto integrato bici+treno che sembra a volte fare addirittura passi indietro (molti ascensori delle stazione di recente vietati alle bici; stalli bici sui nuovi treni regionali più scomodi che in passato, probabilmente per cercare di contrastare il costante aumento dei passeggeri con bici per incapacità a gestirlo).
FIAB vorrebbe festeggiare un’Italia che tutela i lavoratori e li rende finalmente liberi di poter scegliere il pendolarismo in sella, con tutti i suoi numerosi e innegabili vantaggi, sia personali, dal benessere psicofisico al risparmio sul carburante (e sui costi generali di un’auto), sia collettivi. Perché bicicletta significa anche città meno congestionate e inquinate, oltre che lavoratori più sani (sono quelli con meno giorni di malattia), motivati e persino più produttivi. In una parola: felici. Concetti che ribadiamo ogni anno durante le nostre campagne a sostegno del bike to work per far pedalare più persone possibili, coinvolgendo quelle aziende che, dati alla mano, hanno capito quanto la bicicletta faccia bene tanto ai lavoratori quanto ai bilanci. Portiamo l’esempio di quelle imprese, poche ma in costante aumento, che offrono ai dipendenti parcheggi bici protetti, spogliatoi e docce, incentivano l’acquisto di biciclette e gli spostamenti in bici con bonus in denaro o in ferie premio.
Festeggiamo il Primo Maggio, infine, ricordando quanto i tragitti casa-lavoro imbottigliati nel traffico siano di fatto degli straordinari non pagati oltre che improduttivi. Secondo la ricerca annuale di IWG, in Italia 4 lavoratori su 10 vivono i viaggi quotidiani come la parte peggiore della giornata. Il 34% degli intervistati li ritiene parte della giornata lavorativa, non tempo libero. La Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta continuerà a impegnarsi affinché sempre più lavoratori abbiano l’opportunità di trasformare il percorso casa-lavoro da condanna da subire a occasione per vivere in modo pieno e migliore le proprie giornate.
FIAB diventa Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta
Eletto il nuovo presidente Alessandro Tursi, chiamato a seguire il nuovo corso della federazione, che ha festeggiato i suoi primi 30 anni di attività.
Dopo sei anni di mandato la ex presidente Giulietta Pagliaccio riconfermata nel Consiglio Nazionale di FIAB per occuparsi di advocacy e comunicazione.
Aprile 2019 – Si apre un nuovo corso per FIAB, la nota Federazione Italiana Amici della Bicicletta attiva da trent’anni in tutta Italia, attraverso 187 associazioni e sedi sul territorio e 18.300 soci, per promuovere (come recita lo statuto) la diffusione della bicicletta quale mezzo di trasporto ecologico in un quadro di riqualificazione dell’ambiente urbano e del territorio. Già riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente come associazione di protezione Ambientale, domenica 14 aprile, durante l’Assemblea Nazionale svoltasi a Verona, FIAB ha compiuto un passaggio storico con l’approvazione della mozione che introduce la parola “Ambiente” nella sua dicitura. Da oggi FIAB è, ufficialmente, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta.
“È un passo necessario per comunicare al meglio che la bicicletta è importante, ma non è il fine. È lo strumento più efficace, forse l’unico, per migliorare l’ambiente urbano e rispondere alla sfida ambientale globale” sono le prime parole di Alessandro Tursi, il nuovo Presidente FIAB eletto domenica dall’Assemblea Nazionale, che aggiunge: “A noi spetta il compito di convincere molti italiani a modificare l’abitudine ‘dell’automobile sempre e comunque’. Per questo non dobbiamo avere paura di cambiare qualcosa di noi, per essere sempre più credibili nell’invogliare le persone a un cambiamento che è necessario e possibile”.
Milanese, cresciuto in Abruzzo, laurea in architettura-urbanistica e dottorato in ingegneria, Alessandro Tursi milita in FIAB dal 2012. Già vice-presidente di FIAB dal 2017 e vice-presidente di ECF-European Cyclists’ Federation dal 2018, il neo presidente della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta vanta una lunga esperienza nel settore della mobilità ciclistica. Ha ideato e dirige il riconoscimento FIAB ComuniCiclabili (www.comuniciclabili.it) che, ad oggi, ha già assegnato la bandiera gialla delle ciclabilità italiana a 117 comuni.
“Sono emozionato e consapevole della sfida – ha dichiarato Alessandro Tursi dopo l’annuncio della sua elezione a presidente FIAB – Ci aspetta un triennio intenso, perché quello che va fatto per l’ambiente attraverso mobilità in bicicletta o lo facciamo noi, o non lo fa nessuno. In questa Assemblea Nazionale abbiamo condiviso le tante buone pratiche delle nostre associazioni sul territorio”. Lo sviluppo della ciclabilità nel Mezzogiorno è stato uno dei temi toccati nel dibattito. “Per la ciclabilità il Sud Italia è la nostra frontiera. I nostri che operano in quelle regioni sono pionieri ma, grazie a loro, i primi incoraggianti risultati si cominciano a vedere. È la sfida più dura, ma anche quella con la più grande possibilità di crescita. L’altra grande sfida è a livello di Parlamento e Governo su leggi e finanziamenti, dove la presidente uscente Giulietta Pagliaccio ha già ottenuto risultati, prima inimmaginabili”.
L’Assemblea Nazionale FIAB ha anche rinnovato le cariche del Consiglio Nazionale, 16 membri – 8 uomini e 8 donne – di cui la maggior parte alla loro prima esperienza, segno anche questo di un grande rinnovamento in atto e non solo nelle parole.
La più votata è stata la ex presidente di FIAB Giulietta Pagliaccio, che continuerà a occuparsi di advocacy e che, nel suo saluto di fine mandato ha detto: “Sono stati sei anni intensi e di grandi soddisfazioni. Come associazione siamo passati da 16.000 a oltre 18.300 soci e, verso l’esterno, siamo diventati il punto di riferimento indiscusso per la mobilità ciclistica in Italia, anche e soprattutto ai tavoli istituzionali. Grazie al lavoro di tante persone, nel corso di questi anni abbiamo portato a casa importanti risultati”, facendo riferimento esplicito alla Legge quadro sulla mobilità ciclistica, che ha cambiato profondamente l’approccio al tema anche da parte degli amministratori pubblici meno convinti; al riconoscimento dell’infortunio in Itinere del lavoratore in bicicletta, passaggio fondamentale per lo sviluppo del biketowork; e ai finanziamenti per il Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche, già integrate della rete Bicitalia ufficialmente presentata da FIAB nel 2000.
“Il passaggio è importante perché ci attendono molte sfide che hanno bisogno di energie e idee nuove, come quelle che saprà mettere in campo Alessandro Tursi con la nuova squadra che vede la presenza di giovani motivati. – conclude Giulietta Pagliaccio – Io continuerò a dare il mio contributo in una nuova veste: la mobilità ciclistica deve continuare a crescere perché può dare risposte efficaci ai problemi ambientali delle nostre città. Ad Alessandro e a tutta la nuova squadra vanno i migliori auguri di buon lavoro”.
Nel Direttivo, oltre a Giulietta Pagliaccio, gli altri 15 eletti sono Valeria Lorenzelli (del team ComuniCiclabili), Renata Zorzanello, Enrico Chiarini, Massimo Tocci, Valerio Montieri, Dario Zanette, Laura Di Russo, Antonio Marco Dalla Pozza, Massimo Gaspardo Moro, Cristina Castellari, Giuliano Giubelli, Chiara Minì, Noemi Carbone, Giuseppe Dimunno e Loretta Marini.
di Raffaele Di Marcello
Oltre 150 miliardi di euro l’anno i benefici della ciclabilità per i cittadini dell’UE.
Lo afferma un rapporto dell’ECF – European Cyclist’s Federation – organizzazione europea di cui FIAB è parte attiva.
I
vantaggi dell’uso della bicicletta, stimati per le ricadute sulla
salute, sull’economia e sull’ambiente, sono ancora più evidenti se si
raffrontano con i dati di un recente studio pubblicato dalla Commissione
europea, che ha stimato le esternalità negative (vale a dire i costi
per l’ambiente, la salute e la mobilità) del trasporto stradale
motorizzato, a più di 800 miliardi di euro l’anno.
Per
sbloccare il potenziale della ciclabilità, sono necessari ulteriori e
migliori investimenti nel prossimo Quadro Finanziario Pluriennale
dell’UE (2021/2027). ECF richiede un volume di investimenti di almeno 3
miliardi di euro.
Milano, 10 aprile 2019
Il
4 aprile scorso, nel corso di un evento organizzato con la Presidenza
rumena del Consiglio dell’Unione Europea e il progetto Interreg CHIPS
(Cycle Highways Innovation for smarter People Transport and Spatial
Planning), la European Cyclists’ Federation (ECF) ha lanciato il suo
rapporto “I vantaggi della ciclabilità: sbloccare il loro potenziale per l’Europa“.
Secondo
i dati calcolati da ECF, la bicicletta crea benefici per almeno 150
miliardi di euro ogni anno nell’Unione europea (compreso il Regno
Unito). Questa cifra include solo le tematiche per le quali sono
disponibili metodologie per calcolare i benefici. Sarebbe probabilmente
molto più alto se le cifre fossero disponibili anche per gli altri
benefici della ciclabilità che il rapporto identifica, come il
miglioramento dell’accessibilità o l’uso efficiente dello spazio
pubblico nelle città.
Oltre 90 miliardi di euro di
benefici sono esternalità positive per l’ambiente, la salute pubblica e
il sistema di mobilità. In confronto, un recente studio pubblicato dalla Commissione europea
ha stimato le esternalità negative (vale a dire i costi per l’ambiente,
la salute e la mobilità) del trasporto stradale motorizzato a oltre 800
miliardi di euro l’anno.
La relazione sottolinea che i
benefici dell’uso della bicicletta non si manifestano solo in settori
specifici e isolati come i trasporti o la politica ambientale, ma in
molti altri settori in cui l’UE ha competenze, come la politica
industriale, l’occupazione, la sanità e la politica sociale. L’ECF
pertanto richiama e integra la strategia europea per il ciclismo che include questi ambiti e considera la ciclabilità in tutti i settori politici pertinenti.
Un
gran numero di paesi europei ha ancora molte potenzialità per
raggiungere livelli più alti di ciclabilità. Per aumentare il numero di
ciclisti e diminuire le esternalità negative del trasporto stradale
motorizzato, non è necessario solo un quadro politico europeo integrato,
ma anche finanziamenti adeguati. Come ha sottolineato il segretario
generale dell’ECF, Cristian Stoica, durante il discorso di apertura
dell’incontro del 4 aprile, citando James W. Frick: “Non dirmi dove sono
le tue priorità. Mostrami dove spendi i tuoi soldi e ti dirò quali
sono.”
Con il prossimo quadro finanziario pluriennale,
attualmente in corso di definizione, l’UE ha un’eccellente opportunità
per aumentare i mezzi finanziari disponibili per promuovere la
bicicletta in tutti i flussi di finanziamento pertinenti, tra cui
finanziamenti regionali, programmi di ricerca e sostegno alle PMI. ECF
chiede che gli investimenti dell’UE per la ciclabilità vengano aumentati
ad almeno 3 miliardi di euro, rispetto a circa 2 miliardi di euro
dell’attuale periodo di finanziamento.
In Italia, anche grazie a FIAB, l’economia della bicicletta inizia a dare i suoi frutti, come dimostra il grafico pubblicato. Sono stati investiti, e sono previsti investimenti, anche grazie a fondi dell’Unione Europea, ma c’è ancora molto lavoro da fare. L’appello di ECF, quindi, arriva a proposito per far si che in Europa, e nel nostro Paese, le infrastrutture e le politiche per la ciclibilità possano ampliare i positivi effetti, anche economici, per tutti i cittadini.
di Raffaele Di Marcello
Nella sua valutazione annuale della situazione economica e sociale nell’UE, la Commissione Europea ha esposto le prime idee su come i fondi UE possono aiutare gli Stati membri nelle loro sfide e priorità di investimento nel prossimo periodo di programmazione 2021-2027.
Lo evidenzia l’ECF – Eurpean Cyclist’s Federation – in un’articolo a firma di Holger Haubold.
L’analisi dell’ECF delle relazioni per singolo paese mostra un’inclusione sistematica delle raccomandazioni per una mobilità attiva e sostenibile, compresi molti riferimenti espliciti alla ciclabilità (anche se, nel rapporto italiano, di mobilità ciclistica non si parla). Anche se questi riferimenti devono ancora, nella maggior parte dei casi, essere tradotti in investimenti concreti, la tendenza positiva mostra i benefici del prendere in considerazione la ciclabilità e la mobilità attiva in tutti i settori politici pertinenti dell’UE, come proposto nella strategia europea sulla ciclabilità della stessa ECF.
Il “Pacchetto invernale del semestre europeo” fa parte di uno sforzo per coordinare le politiche economiche in tutta l’Unione europea che è stato messo in atto dopo l’ultima crisi economica e finanziaria. Nel “Pacchetto invernale” la Commissione riesamina la situazione economica e sociale nonché le sfide specifiche per singolo Paese. Per la prima volta, le relazioni nazionali di quest’anno includono anche una discussione sulle sfide e le priorità degli investimenti negli Stati membri e la Commissione formula le prime idee su come i fondi UE, in particolare i fondi della politica di coesione, possono aiutare nel prossimo periodo di programmazione 2021-2027.
Quando si tratta delle sfide che gli Stati membri devono affrontare si evidenzia, nelle relazioni, che problemi come la congestione nei trasporti o la scarsa qualità dell’aria spesso rappresentino ostacoli alla crescita economica, ad esempio in Danimarca, Portogallo, Germania o Bulgaria. Il settore dei trasporti è anche indicato come un importante contributo alle emissioni di CO2 dei Paesi. Per tutti questi problemi, la mobiltà ciclistica offre una soluzione.
Le relazioni, inoltre, evidenziano le politiche fiscali che forniscono incentivi per comportamenti di mobilità insostenibili, come le tasse sui carburanti o i regimi fiscali generosi per le auto aziendali in Belgio e Germania. Ad esempio, la relazione per il Belgio afferma: “Gli incentivi distorsivi contribuiscono alla congestione stradale. L’aumento della congestione è in parte spiegato dal continuo aumento delle autovetture dal 2007, incentivato dalle strade senza pedaggio, dalla deduzione dell’imposta sulle auto aziendali e dalla bassa tassazione ambientale.” In tal senso ECF ha pubblicato un documento interattivo online, nel 2018, che illustra la portata di questi incentivi distorsivi e mostra le migliori pratiche per incentivi fiscali ad una mobilità più sostenibile.
Ancora più importante, la prima guida specifica per Paese per i finanziamenti della politica di coesione 2021-2027, inclusa nelle relazioni, si riferisce sistematicamente agli investimenti nella mobilità sostenibile e attiva come soluzione a problemi quali cattiva qualità dell’aria, le elevate emissioni di CO2 o la congestione urbana. Come mostrato in figura, la mobilità ciclistica o la mobilità attiva sono menzionati esplicitamente, come aree di investimento di finanziamenti nazionali o dell’UE, in 14 relazioni nazionali, mentre la mobilità sostenibile è menzionata in 10 relazioni. Solo le relazioni per Danimarca, Paesi Bassi e Finlandia non si riferiscono specificamente a questi argomenti, probabilmente a causa delle politiche relativamente avanzate e dei livelli di investimento di questi Paesi.
Insieme alla recente decisione del Parlamento europeo di fare esplicito riferimento alla mobilità ciclistica nel nuovo regolamento di finanziamento regionale dell’UE, questo approccio sistematico agli investimenti nella mobilità sostenibile è un segnale molto positivo per il prossimo periodo di finanziamento.
Nell’ambito della sua “6 billion campaign“, ECF continuerà a sostenere maggiori e migliori finanziamenti per la bicicletta a vantaggio di tutti i Paesi e le Regioni dell’UE.