Archivio mensile Aprile 2019

FIAB diventa Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta. Il nuovo Presidente è Alessandro Tursi.

FIAB diventa Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta

Eletto il nuovo presidente Alessandro Tursi, chiamato a seguire il nuovo corso della federazione, che ha festeggiato i suoi primi 30 anni di attività.

Dopo sei anni di mandato la ex presidente Giulietta Pagliaccio riconfermata nel Consiglio Nazionale di FIAB per occuparsi di advocacy e comunicazione.

Aprile 2019 – Si apre un nuovo corso per FIAB, la nota Federazione Italiana Amici della Bicicletta attiva da trent’anni in tutta Italia, attraverso 187 associazioni e sedi sul territorio e 18.300 soci, per promuovere (come recita lo statuto) la diffusione della bicicletta quale mezzo di trasporto ecologico in un quadro di riqualificazione dell’ambiente urbano e del territorio. Già riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente come associazione di protezione Ambientale, domenica 14 aprile, durante l’Assemblea Nazionale svoltasi a Verona, FIAB ha compiuto un passaggio storico con l’approvazione della mozione che introduce la parola “Ambiente” nella sua dicitura. Da oggi FIAB è, ufficialmente, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta.

È un passo necessario per comunicare al meglio che la bicicletta è importante, ma non è il fine. È lo strumento più efficace, forse l’unico, per migliorare l’ambiente urbano e rispondere alla sfida ambientale globale” sono le prime parole di Alessandro Tursi, il nuovo Presidente FIAB eletto domenica dall’Assemblea Nazionale, che aggiunge: “A noi spetta il compito di convincere molti italiani a modificare l’abitudine ‘dell’automobile sempre e comunque’. Per questo non dobbiamo avere paura di cambiare qualcosa di noi, per essere sempre più credibili nell’invogliare le persone a un cambiamento che è necessario e possibile”.

Milanese, cresciuto in Abruzzo, laurea in architettura-urbanistica e dottorato in ingegneria, Alessandro Tursi milita in FIAB dal 2012. Già vice-presidente di FIAB dal 2017 e vice-presidente di ECF-European Cyclists’ Federation dal 2018, il neo presidente della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta vanta una lunga esperienza nel settore della mobilità ciclistica. Ha ideato e dirige il riconoscimento FIAB ComuniCiclabili (www.comuniciclabili.it) che, ad oggi, ha già assegnato la bandiera gialla delle ciclabilità italiana a 117 comuni.

Sono emozionato e consapevole della sfida – ha dichiarato Alessandro Tursi dopo l’annuncio della sua elezione a presidente FIAB – Ci aspetta un triennio intenso, perché quello che va fatto per l’ambiente attraverso mobilità in bicicletta o lo facciamo noi, o non lo fa nessuno. In questa Assemblea Nazionale abbiamo condiviso le tante buone pratiche delle nostre associazioni sul territorio”. Lo sviluppo della ciclabilità nel Mezzogiorno è stato uno dei temi toccati nel dibattito. “Per la ciclabilità il Sud Italia è la nostra frontiera. I nostri che operano in quelle regioni sono pionieri ma, grazie a loro, i primi incoraggianti risultati si cominciano a vedere. È la sfida più dura, ma anche quella con la più grande possibilità di crescita. L’altra grande sfida è a livello di Parlamento e Governo su leggi e finanziamenti, dove la presidente uscente Giulietta Pagliaccio ha già ottenuto risultati, prima inimmaginabili”.

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L’Assemblea Nazionale FIAB ha anche rinnovato le cariche del Consiglio Nazionale, 16 membri – 8 uomini e 8 donne – di cui la maggior parte alla loro prima esperienza, segno anche questo di un grande rinnovamento in atto e non solo nelle parole.

La più votata è stata la ex presidente di FIAB Giulietta Pagliaccio, che continuerà a occuparsi di advocacy e che, nel suo  saluto di fine mandato ha detto: “Sono stati sei anni intensi e di grandi soddisfazioni. Come associazione siamo passati da 16.000 a oltre 18.300 soci e, verso l’esterno, siamo diventati il punto di riferimento indiscusso per la mobilità ciclistica in Italia, anche e soprattutto ai tavoli istituzionali. Grazie al lavoro di tante persone, nel corso di questi anni abbiamo portato a casa importanti risultati”, facendo riferimento esplicito alla Legge quadro sulla mobilità ciclistica, che ha cambiato profondamente l’approccio al tema anche da parte degli amministratori pubblici meno convinti; al riconoscimento dell’infortunio in Itinere del lavoratore in bicicletta, passaggio fondamentale per lo sviluppo del biketowork; e ai finanziamenti per il Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche, già integrate della rete Bicitalia ufficialmente presentata da FIAB nel 2000.

Il passaggio è importante perché ci attendono molte sfide che hanno bisogno di energie e idee nuove, come quelle che saprà mettere in campo Alessandro Tursi con la nuova squadra che vede la presenza di giovani motivati. – conclude Giulietta Pagliaccio – Io continuerò a dare il mio contributo in una nuova veste: la mobilità ciclistica deve continuare a crescere perché può dare risposte efficaci ai problemi ambientali delle nostre città. Ad Alessandro e a tutta la nuova squadra vanno i migliori auguri di buon lavoro”.

Nel Direttivo, oltre a Giulietta Pagliaccio, gli altri 15 eletti sono Valeria Lorenzelli (del team ComuniCiclabili), Renata Zorzanello, Enrico Chiarini, Massimo Tocci, Valerio Montieri, Dario Zanette, Laura Di Russo, Antonio Marco Dalla Pozza, Massimo Gaspardo Moro, Cristina Castellari, Giuliano Giubelli, Chiara Minì, Noemi Carbone, Giuseppe Dimunno e Loretta Marini.

Oltre 150 miliardi di euro l’anno i benefici della ciclabilità per i cittadini dell’UE.

di Raffaele Di Marcello

Oltre 150 miliardi di euro l’anno i benefici della ciclabilità per i cittadini dell’UE.

Lo afferma un rapporto dell’ECF – European Cyclist’s Federation – organizzazione europea di cui FIAB è parte attiva.

I vantaggi dell’uso della bicicletta, stimati per le ricadute sulla salute, sull’economia e sull’ambiente, sono ancora più evidenti se si raffrontano con i dati di un recente studio pubblicato dalla Commissione europea, che ha stimato le esternalità negative (vale a dire i costi per l’ambiente, la salute e la mobilità) del trasporto stradale motorizzato, a più di 800 miliardi di euro l’anno.

Per sbloccare il potenziale della ciclabilità, sono necessari ulteriori e migliori investimenti nel prossimo Quadro Finanziario Pluriennale dell’UE (2021/2027). ECF richiede un volume di investimenti di almeno 3 miliardi di euro.

Milano, 10 aprile 2019

Il 4 aprile scorso, nel corso di un evento organizzato con la Presidenza rumena del Consiglio dell’Unione Europea e il progetto Interreg CHIPS (Cycle Highways Innovation for smarter People Transport and Spatial Planning), la European Cyclists’ Federation (ECF) ha lanciato il suo rapporto “I vantaggi della ciclabilità: sbloccare il loro potenziale per l’Europa“.

Secondo i dati calcolati da ECF, la bicicletta crea benefici per almeno 150 miliardi di euro ogni anno nell’Unione europea (compreso il Regno Unito). Questa cifra include solo le tematiche per le quali sono disponibili metodologie per calcolare i benefici. Sarebbe probabilmente molto più alto se le cifre fossero disponibili anche per gli altri benefici della ciclabilità che il rapporto identifica, come il miglioramento dell’accessibilità o l’uso efficiente dello spazio pubblico nelle città.

Oltre 90 miliardi di euro di benefici sono esternalità positive per l’ambiente, la salute pubblica e il sistema di mobilità. In confronto, un recente studio pubblicato dalla Commissione europea ha stimato le esternalità negative (vale a dire i costi per l’ambiente, la salute e la mobilità) del trasporto stradale motorizzato a oltre 800 miliardi di euro l’anno.

La relazione sottolinea che i benefici dell’uso della bicicletta non si manifestano solo in settori specifici e isolati come i trasporti o la politica ambientale, ma in molti altri settori in cui l’UE ha competenze, come la politica industriale, l’occupazione, la sanità e la politica sociale. L’ECF pertanto richiama e integra la strategia europea per il ciclismo che include questi ambiti e considera la ciclabilità in tutti i settori politici pertinenti.

Un gran numero di paesi europei ha ancora molte potenzialità per raggiungere livelli più alti di ciclabilità. Per aumentare il numero di ciclisti e diminuire le esternalità negative del trasporto stradale motorizzato, non è necessario solo un quadro politico europeo integrato, ma anche finanziamenti adeguati. Come ha sottolineato il segretario generale dell’ECF, Cristian Stoica, durante il discorso di apertura dell’incontro del 4 aprile, citando James W. Frick: “Non dirmi dove sono le tue priorità. Mostrami dove spendi i tuoi soldi e ti dirò quali sono.”

Con il prossimo quadro finanziario pluriennale, attualmente in corso di definizione, l’UE ha un’eccellente opportunità per aumentare i mezzi finanziari disponibili per promuovere la bicicletta in tutti i flussi di finanziamento pertinenti, tra cui finanziamenti regionali, programmi di ricerca e sostegno alle PMI. ECF chiede che gli investimenti dell’UE per la ciclabilità vengano aumentati ad almeno 3 miliardi di euro, rispetto a circa 2 miliardi di euro dell’attuale periodo di finanziamento.

In Italia, anche grazie a FIAB, l’economia della bicicletta inizia a dare i suoi frutti, come dimostra il grafico pubblicato. Sono stati investiti, e sono previsti investimenti, anche grazie a fondi dell’Unione Europea, ma c’è ancora molto lavoro da fare. L’appello di ECF, quindi, arriva a proposito per far si che in Europa, e nel nostro Paese, le infrastrutture e le politiche per la ciclibilità possano ampliare i positivi effetti, anche economici, per tutti i cittadini.

Investire nella mobilità sostenibile: il semestre europeo e la ciclabilità

di Raffaele Di Marcello

Nella sua valutazione annuale della situazione economica e sociale nell’UE, la Commissione Europea ha esposto le prime idee su come i fondi UE possono aiutare gli Stati membri nelle loro sfide e priorità di investimento nel prossimo periodo di programmazione 2021-2027.

Lo evidenzia l’ECF – Eurpean Cyclist’s Federation – in un’articolo a firma di Holger Haubold.

L’analisi dell’ECF delle relazioni per singolo paese mostra un’inclusione sistematica delle raccomandazioni per una mobilità attiva e sostenibile, compresi molti riferimenti espliciti alla ciclabilità (anche se, nel rapporto italiano, di mobilità ciclistica non si parla). Anche se questi riferimenti devono ancora, nella maggior parte dei casi, essere tradotti in investimenti concreti, la tendenza positiva mostra i benefici del prendere in considerazione la ciclabilità e la mobilità attiva in tutti i settori politici pertinenti dell’UE, come proposto nella strategia europea sulla ciclabilità della stessa ECF.

Il  “Pacchetto invernale del semestre europeo” fa parte di uno sforzo per coordinare le politiche economiche in tutta l’Unione europea che è stato messo in atto dopo l’ultima crisi economica e finanziaria. Nel “Pacchetto invernale” la Commissione riesamina la situazione economica e sociale nonché le sfide specifiche per singolo Paese. Per la prima volta, le relazioni nazionali di quest’anno includono anche una discussione sulle sfide e le priorità degli investimenti negli Stati membri e la Commissione formula le prime idee su come i fondi UE, in particolare i fondi della politica di coesione, possono aiutare nel prossimo periodo di programmazione 2021-2027.

Quando si tratta delle sfide che gli Stati membri devono affrontare si evidenzia, nelle relazioni, che problemi come la congestione nei trasporti o la scarsa qualità dell’aria spesso rappresentino ostacoli alla crescita economica, ad esempio in Danimarca, Portogallo, Germania o Bulgaria. Il settore dei trasporti è anche indicato come un importante contributo alle emissioni di CO2 dei Paesi. Per tutti questi problemi, la mobiltà ciclistica offre una soluzione.

Le relazioni, inoltre, evidenziano le politiche fiscali che forniscono incentivi per comportamenti di mobilità insostenibili, come le tasse sui carburanti o i regimi fiscali generosi per le auto aziendali in Belgio e Germania. Ad esempio, la relazione per il Belgio afferma: “Gli incentivi distorsivi contribuiscono alla congestione stradale. L’aumento della congestione è in parte spiegato dal continuo aumento delle autovetture dal 2007, incentivato dalle strade senza pedaggio, dalla deduzione dell’imposta sulle auto aziendali e dalla bassa tassazione ambientale.”   In tal senso ECF ha pubblicato un documento interattivo online, nel 2018, che illustra la portata di questi incentivi distorsivi e mostra le migliori pratiche per incentivi fiscali ad una mobilità più sostenibile.

Ancora più importante, la prima guida specifica per Paese per i finanziamenti della politica di coesione 2021-2027, inclusa nelle relazioni, si riferisce sistematicamente agli investimenti nella mobilità sostenibile e attiva come soluzione a problemi quali cattiva qualità dell’aria, le elevate emissioni di CO2 o la congestione urbana. Come mostrato in figura, la mobilità ciclistica o la mobilità attiva sono menzionati esplicitamente, come aree di investimento di finanziamenti nazionali o dell’UE, in 14 relazioni nazionali, mentre la mobilità sostenibile è menzionata in 10 relazioni. Solo le relazioni per Danimarca, Paesi Bassi e Finlandia non si riferiscono specificamente a questi argomenti, probabilmente a causa delle politiche relativamente avanzate e dei livelli di investimento di questi Paesi.

Insieme alla recente decisione del Parlamento europeo di fare esplicito riferimento alla mobilità ciclistica nel nuovo regolamento di finanziamento regionale dell’UE, questo approccio sistematico agli investimenti nella mobilità sostenibile è un segnale molto positivo per il prossimo periodo di finanziamento.

Nell’ambito della sua “6 billion campaign“, ECF continuerà a sostenere maggiori e migliori finanziamenti per la bicicletta a vantaggio di tutti i Paesi e le Regioni dell’UE.